Antologia della Divina Commedia

Divina Commedia 3 Avvegna che la subitana fuga dispergesse color per la campagna, rivolti al monte ove ragion ne fruga, [1-3] Sebbene (Avvegna che) l improvvisa (subitana) fuga sparpagliasse per la campagna quelli (color) [le anime], rivolti verso il (al) monte dove la giustizia (ragion) li (ne) tormenta (fruga), 6 i mi ristrinsi a la fida compagna: e come sare io sanza lui corso? chi m avria tratto su per la montagna? [4-6] io mi strinsi (ristrinsi) alla mia fidata scorta (fida compagna): e come avrei potuto procedere (sare corso) senza di lui? Chi mi avrebbe (avria) condotto (tratto) su per la montagna? 9 El mi parea da sé stesso rimorso: o dignitosa cosc enza e netta, come t è picciol fallo amaro morso! [7-9] Lui (El) mi pareva punto (rimorso) dalla sua stessa coscienza: o anima (cosc enza), dignitosa e pura (netta), come un piccolo errore (fallo) ti è amaro rimorso (morso)! 12 Quando li piedi suoi lasciar la fretta, che l onestade ad ogn atto dismaga, la mente mia, che prima era ristretta, [10-12] Quando i suoi piedi abbandonarono l andatura frettolosa (la fretta) che sminuisce (dismaga) la dignità (l onestade) di ogni gesto (ad ogn atto), la mia mente, che prima era concentrata su un unico pensiero (ristretta), 15 lo ntento rallargò, sì come vaga, e diedi l viso mio incontr al poggio che nverso l ciel più alto si dislaga. [13-15] ampliò (rallargò) l attenzione (l intento), desiderosa (vaga) com era (sì come) [di conoscere], e io rivolsi (diedi) il mio viso verso (incontro) il monte (poggio) che più [di ogni altro] svetta dalle acque (dislaga) verso ( verso) il cielo. 18 Lo sol, che dietro fiammeggiava roggio, rotto m era dinanzi a la figura, ch av a in me de suoi raggi l appoggio. [16-18] Il Sole, che da dietro (dietro) emanava raggi rossi (roggio) come fiamme (fiammeggiava), mi si spezzava (rotto m era) contro (dinanzi) il corpo (la figura), dal momento che (ch ) aveva in me il punto di contatto (appoggio) dei suoi raggi. 21 Io mi volsi dallato con paura d essere abbandonato, quand io vidi solo dinanzi a me la terra oscura; [19-21] Io mi volsi di fianco (dallato) con la paura di essere abbandonato, quando vidi la terra oscurata (oscuro) [dall ombra] solo di fronte a me; 1-3. Avvegna che ... fruga: nel canto II Dante e Virgilio incontrano le anime dei penitenti appena approdate sulla spiaggia dell Antipurgatorio: tra costoro c è Casella, un musico che intona Amor che ne la mente mi ragiona, una delle canzoni dell amico Dante (le poesie, nel Medioevo, erano generalmente musicate , ovvero recitate con un accompagnamento musicale). La dolcezza della melodia di Casella rapisce tutti i presenti compresi i due pellegrini distraendoli dal loro cammino di espiazione e fa loro meritare un severo rimprovero da parte di Catone. 3. fruga: Dante aveva già utilizzato questo verbo (Inf., XXX, v. 70) per bocca di Maestro Adamo (la rigida giustizia che mi fruga); il termine, che inizialmente significava cercare minuziosamente qualcosa in un luogo riposto, assomma in sé i significati di punzecchiare , tormentare ed esaminare . 9. come t è picciol fallo amaro morso!: Virgilio è profondamente mortificato e pieno 142 di vergogna per essersi attardato ad ascoltare il canto di Casella e non aver sollecitato Dante e le anime verso la montagna. La sua dignità è tutt uno con la purezza, avendo un alto senso del dovere e della giustizia: per questo si tormenta per primo per l errore commesso. Il verso 9 sigilla la situazione narrativa in una formula proverbiale. 10-11. la fretta ... dismaga: secondo la concezione medievale, l uomo cortese, degno della stima e del rispetto dei cittadini, non deve muoversi in maniera scomposta e agitata, ma con eleganza, misura e solennità. Per indicare tale atteggiamento era usata appunto la parola onestà (o onestade), che diverrà fondamentale nella poesia stilnovista; basti ricordare il sonetto Tanto gentile e tanto onesta pare, nella Vita Nuova. 12. ristretta: la mente di Dante è concentrata sul pensiero di Casella, di Catone e sulla contrizione del maestro. 15. si dislaga: dislagare innalzarsi da uno specchio d acqua è una parola inventata da Dante, un neologismo*; si tratta di un verbo parasintetico, cioè formato dalla combinazione di un prefisso (dis-) e una base (in questo caso, il sostantivo lago ). 16-18. Lo sol ... appoggio: è il primo momento, da quando ha iniziato il suo viaggio, che Dante viene investito dalla luce del Sole e che, quindi, proietta ombra. Non sapendo che le anime dei morti sono attraversate dai raggi solari, e vedendo davanti a sé solo la propria sagoma, il pellegrino pensa per un attimo di essere stato abbandonato dalla sua guida. Come spiegherà a breve Virgilio, i trapassati hanno un corpo diafano, che si forma intorno all anima al momento della morte riproducendo le fattezze del corpo in carne e ossa: un corpo aereo che, per un mistero del quale solo Dio è a conoscenza, trasmette le sensazioni dolorose delle pene che vengono inflitte ai dannati e ai penitenti.

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