Antologia della Divina Commedia

Divina Commedia 102 ma misi me per l alto mare aperto sol con un legno e con quella compagna picciola da la qual non fui diserto. [100-102] ma mi misi nel profondo (alto) mare aperto con una sola nave (legno) e con quel piccolo gruppo di compagni (compagna picciola) dai quali non fui abbandonato (diserto). 105 L un lito e l altro vidi infin la Spagna, fin nel Morrocco, e l isola d i Sardi, e l altre che quel mare intorno bagna. [103-105] Vidi una costa (lito) e l altra fino alla Spagna, fino al Marocco, e l isola dei Sardi, e le altre che quel mare bagna intorno. 108 Io e compagni eravam vecchi e tardi quando venimmo a quella foce stretta dov Ercule segnò li suoi riguardi [106-108] Io e i compagni eravamo vecchi e lenti (tardi) quando giungemmo (venimmo) a quello stretto varco (foce) dove Ercole pose i suoi segnali (segnò li suoi riguardi) 111 acciò che l uom più oltre non si metta; da la man destra mi lasciai Sibilia, da l altra già m avea lasciata Setta. [109-111] affinché (acciò che) l uomo non vada (si metta) oltre; sul lato destro (da la man destra) superai (mi lasciai) Siviglia (Sibilia), dall altro avevo già lasciato Céuta (Setta). 114 O frati dissi, che per cento milia perigli siete giunti a l occidente, a questa tanto picciola vigilia [112-114] Fratelli , dissi, che attraverso (per) centomila (cento milia) pericoli (perigli) siete giunti al limite occidentale del mondo (a l occidente), a questa tanto breve (picciola) veglia 117 d i nostri sensi ch è del rimanente non vogliate negar l esper enza, di retro al sol, del mondo sanza gente. [115-117] a quel che resta (ch è del rimanente) dei nostri sensi non vogliate negare l esperienza, al seguito (di retro) del Sole, del mondo disabitato (sanza gente). 120 Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza . [118-120] Considerate la vostra origine (semenza): non foste creati (fatti) per vivere come bestie (bruti), ma per seguire la virtù e il sapere (canoscenza) . 123 Li miei compagni fec io sì aguti, con questa orazion picciola, al cammino, che a pena poscia li avrei ritenuti; [121-123] Con questo breve (picciola) discorso (orazione) io resi (fec io) i miei compagni così solerti (aguti) al viaggio (al cammino), che dopo (poscia) a fatica (a pena) li avrei trattenuti (ritenuti); 103-105. L un lito ... bagna: Ulisse attraversa il Mediterraneo verso ovest, tenendo quindi a destra la costa europea (fino alla Spagna) e a sinistra quella africana (fino al Marocco); nel viaggio incontra la Sardegna e le isole Baleari (l altre isole). 107-109. foce stretta metta: la perifrasi* indica lo stretto di Gibilterra, le colonne d Ercole degli antichi; secondo il mito, infatti, Ercole aveva innalzato una colonna sull estremità europea e una su quella africana per ammonire i naviganti a non procedere oltre. 110-111. Sibilia Setta: Siviglia si trova nell entroterra spagnolo, Céuta (qui nominata con la forma medievale del nome, Setta) sulla costa marocchina. 104 114-116. picciola vigilia esper enza: la breve veglia dei sensi è la vita; nel tempo che vi resta da vivere, dice Ulisse, non rinunciate a conoscere gli spazi che mai nessuno ha esplorato. 117. retro al sol ... sanza gente: fino alla scoperta dell America da parte di Cristoforo Colombo, nel 1492, gli europei credevano che tra le coste del Portogallo e quelle del Giappone vi fosse solo un immensa distesa di acqua priva di isole. lo spazio che Ulisse vuole attraversare seguendo il Sole (di retro al sol), che tramonta a occidente. Nell universo dantesco corrisponde all emisfero australe (opposto all emisfero boreale, in cui si trovano le terre abitate), interamente coperto dalle acque eccetto che per la montagna del Purgatorio. Dante ieri e oggi 119-120. fatti non foste ... canoscenza: al culmine dell orazion picciola come lo stesso Ulisse chiama il discorso con cui convince i compagni a proseguire oltre il mondo conosciuto, verso l ignoto il tono si fa ancor più alto e solenne, anche grazie all impiego di termini filosofici (semenza, virtute, canoscenza). Questi due famosissimi versi sono spesso citati per affermare l idea che l essere umano sia destinato ad aspirare a grandi mete (la virtù, la conoscenza), e non ad accontentarsi dei piccoli e meschini piaceri quotidiani. Questa è la sua natura (semenza), che lo distingue dagli esseri inferiori (gli animali, bruti).

Antologia della Divina Commedia
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