I mosaici romani

I MOSAICI ROMANI

DIPINGERE CON LE TESSERE

I Romani, per decorare le pareti e i pavimenti delle loro abitazioni, usavano, oltre alla pittura, anche la tecnica del mosaico. Abilissimi artigiani disponevano sull’intonaco fresco piccoli frammenti di pietra o di pasta di vetro, di diversi colori, chiamati tessere, in modo da formare un disegno. Le tessere erano di varia misura; con quelle più piccole si potevano riprodurre particolari minuti ottenendo effetti simili a quelli della pittura.
Tra i mosaici romani meglio conservati giunti fino a noi, quelli della Villa del Casale di Piazza Armerina (Sicilia) stupiscono per la bellezza e la ricchezza delle raffigurazioni.

LA GRANDE CACCIA

Il mosaico più importante, detto della Grande caccia, raffigura una battuta di caccia di animali esotici. Si tratta di un mosaico lungo 70 metri nel quale sono presentate diverse tecniche di cattura, con gabbie, reti, inseguimenti, a seconda delle specie cacciate. Le bestie feroci, trasportate con carri e imbarcate su grandi navi, giungevano poi in Italia per gli spettacoli negli anfiteatri, come nel grande Colosseo di Roma.



Occhio al dettaglio

Tra le varie tecniche di caccia è raffigurata quella, davvero ingegnosa, per la cattura della tigre: i cacciatori lanciavano una sfera di vetro in cui la tigre, riflettendosi, credeva di vedere il proprio cucciolo. L’animale, così distratto, veniva facilmente catturato.

Art Gallery
Art Gallery
Storia dell'Arte - Comunicazione visiva