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L’atleta è raffigurato mentre cammina: sta sollevando il piede sinistro per portare in avanti la gamba sinistra, quindi tutto il peso è spostato sulla gamba destra. Il movimento dei piedi e delle gambe si riflette nella posizione del bacino, con l’anca destra sollevata e la sinistra che si abbassa.
All’opposto, è la spalla sinistra che si solleva, perché il braccio sinistro, piegato in avanti, portava una lancia (andata perduta) appoggiata sulla spalla, come avveniva di norma durante la marcia. La spalla destra invece si abbassa, perché il braccio destro è disteso lungo il fianco.
Il movimento appare molto naturale e armonico proprio grazie a questa alternanza di parti piegate e distese – detta anche “contrapposto” – che forma una specie di schema a X: la gamba sinistra piegata si contrappone al braccio destro disteso e la gamba destra distesa si contrappone al braccio sinistro piegato.
Come si è detto, inoltre, tutte le parti del corpo del Dorìforo sono in equilibrio proporzionale tra loro, secondo i rapporti matematici stabiliti nel Canone: per esempio, come si vede nello schema qui a lato, l’altezza del corpo deve essere otto volte quella della testa. In questo modo lo scultore elabora un modello di massima perfezione.