I Bronzi di Riace

I BRONZI DI RIACE

DUE GUERRIERI RIEMERSI DAL MARE

Nel 1972, al largo della costa di Riace, in Calabria, sono state ritrovate due splendide statue di bronzo, alte quasi 2 metri, che raffigurano due guerrieri nudi. Si tratta di due sculture greche originali, del periodo classico, probabilmente trasportate da una nave naufragata durante il viaggio dalla Grecia a Roma.
L’uso del bronzo, che si è diffuso in Grecia a partire dal V secolo a.C., permette agli artisti di rappresentare il corpo umano con una maggiore naturalezza: la posa dei due guerrieri è infatti meno rigida, e la muscolatura è resa in modo accurato.

BELLI COME DIVINITÀ

I due bronzi hanno la stessa posizione: entrambi sono raffigurati in piedi, con la gamba sinistra in avanti, il braccio sinistro piegato per sostenere lo scudo (che non si è conservato) e il braccio destro disteso lungo il fianco per tenere una lancia o una spada, anche questa perduta. Durante il restauro si è scoperto che è stato usato argento per realizzare denti e ciglia, avorio per gli occhi e rame per le labbra.



FOCUS - La fusione a cera persa del bronzo

Le statue antiche in bronzo (una miscela di rame e stagno) sono realizzate con una tecnica di lavorazione detta “della cera persa”. Prima si crea un modello (anima) della figura in terra di fusione (argilla, sabbie e polveri) rinforzata da una struttura di ferro; sopra si stende uno strato di cera che l’artista scolpisce nei minimi dettagli e che poi ricopre con un altro strato di argilla o di gesso (forma). Durante la cottura della forma, lo strato di cera, sciogliendosi, esce da appositi canaletti, lasciando un sottile spazio vuoto: all’interno di questo viene colato il bronzo fuso, che così, una volta raffreddato, prende l’aspetto della figura. La forma infine viene rotta per recuperare il bronzo sottostante.

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