Leggi l'opera: Rosso nero plastica

LEGGI L'OPERA: Rosso nero plastica
Alberto Burri

UN PO' DI STORIA

Alberto Burri (Città di Castello, Perugia 1915-Nizza 1995) si laurea in medicina prima di dedicarsi totalmente alla carriera artistica. La sua produzione – che rientra nell’Espressionismo astratto – è molto complessa e varia, ma un elemento costante è dato dall’idea di “far parlare” i materiali. Oggetti di recupero come sacchi, bottoni, pezzi di stoffa, fili, argilla, sono assemblati dall’artista così come sono, oppure trasformati con la combustione in modo da acquisire nuova vita all’interno dell’opera d’arte.


1964, tecnica mista, 60x40 cm. Città di Castello (Perugia), Fondazione Burri.

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Un profondo senso di angoscia e dolore pervade l’opera. La plastica, infatti, a contatto con il calore della fiamma ossidrica si liquefa, contorcendosi e rigonfiandosi: le forme che si creano evocano i corpi dei soldati straziati dai proiettili e dalle bombe che Burri ha curato nella sua esperienza di medico negli ospedali da campo.

Confronta

Grande cretto (1973), particolare, bianco di zinco, vinavil e acrilico su cellotex, 199,5x375 cm. Città di Castello (Perugia), Fondazione Burri.

La materia è sempre protagonista della ricerca di Burri. In quest’opera sperimenta un miscuglio di colore acrilico e colla. Il risultato è una superficie “crettata”, cioè screpolata in maniera irregolare e casuale, a formare una ragnatela di segni che è, per Burri, “testimonianza di vita”.

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Storia dell'Arte - Comunicazione visiva