Claude Monet

CLAUDE MONET
PARIGI 1840-GIVERNY (FRANCIA) 1926

IL PITTORE DELLA LUCE

La lunga carriera artistica di Claude Monet – mai ripetitiva, perché animata da un desiderio continuo di miglioramento della tecnica pittorica e dell’espressività comunicativa – è dominata da due aspetti principali:

  • l’interesse per l’arte giapponese, conosciuta attraverso le stampe, a cui si ispira per la semplicità delle forme e lo stile essenziale;
  • lo studio delle variazioni del colore in relazione allo scorrere del tempo, con effetti di dinamismo sulla tela del tutto originali.
Nella maturità, dopo aver viaggiato in Francia e in Europa, Monet si trasferisce a Giverny, nella valle della Senna: a questa fase appartengono le serie di dipinti in cui l’artista raffigura lo stesso soggetto nelle varie ore della giornata, come se fossero scatti fotografici realizzati in momenti diversi e dunque con diversi gradi di esposizione alla luce solare. Inserire la dimensione temporale nella pittura è un’idea molto importante per la storia dell’arte europea, che apre a sperimentazioni innovative.

UNA STAZIONE MODERNA

Il principio che guida i pittori impressionisti – rappresentare il presente e la vita quotidiana – si ritrova nel dipinto che Monet dedica a una delle architetture più all’avanguardia dell’Ottocento: la grande struttura in vetro e ferro della stazione parigina di Saint-Lazare. La sfida è rappresentare con realismo l’atmosfera in cui si muovono il treno e i passeggeri, rendendo con efficacia le nuvole di vapore che riempiono il vastissimo ambiente. Monet mostra tutta la propria abilità nel dare consistenza e visibilità agli immensi cumuli di fumo che si innalzano dalle locomotive, catturando lo sguardo dell’osservatore e facendogli quasi sentire il fischio del treno.

A PELO D’ACQUA

Le ninfee crescono negli specchi d’acqua, ambienti che, riflettendo il cielo, creano più di altri giochi di luce e variazioni di colore. Queste piante galleggiano sulla superficie e si spostano, se pur leggermente, di continuo, incarnando così l’idea del movimento lieve ma costante, che l’artista riesce a rendere in maniera straordinaria: sembra di vedere le ninfee spostarsi sulla tela. Monet raffigura lo stagno e le ninfee con particolare vividezza, grazie a pennellate che si uniscono e si sovrappongono: in questo modo i contorni dei singoli elementi si sfaldano, comunicando all’osservatore la magia di questo singolare contesto.

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Storia dell'Arte - Comunicazione visiva