La pittura egizia

LA PITTURA EGIZIA

FRA TRADIZIONE E QUOTIDIANITÀ

La fedeltà a regole fisse è ben evidente nella pittura egizia. Le figure si stagliano sempre nitidamente sul fondo, con volti e gambe di profilo e spalle e occhi visti frontalmente; i personaggi principali sono più grandi degli altri e il colore della carnagione delle figure femminili appare più chiaro. L’idea della profondità dello spazio viene resa sovrapponendo i soggetti.
Le scene sono dipinte in fasce sovrapposte, separate da linee orizzontali su cui poggiano le figure, e sono spesso accompagnate da geroglifici che spiegano chi sono i protagonisti e che raccontano le loro storie. L’effetto è quello di una decorazione sobria ed essenziale.
Osservando con attenzione, però, si notano a volte dettagli di oggetti o di ambienti legati alla vita quotidiana, resi con vivacità e realismo: la rappresentazione di un certo tipo di pesce, o di uno strumento agricolo, per esempio. Non va dimenticato che queste pitture ornavano ambienti sepolcrali e avevano come scopo quello di rievocare la vita del defunto, le sue occupazioni preferite, in modo da consentirgli di praticarle anche nell’aldilà. Questo spiega la cura, quasi affettuosa, di certi particolari.
Dal punto di vista tecnico, le pitture dal Medio Regno in poi sono spesso anche leggermente in rilievo sulla superficie, mentre i geroglifici appaiono incisi nel fondo.

LA GIORNATA DI UN FUNZIONARIO

La Tomba di Nakht, scriba e sacerdote, si trova nel complesso della necropoli di Tebe. Sulle sue pareti sono raffigurate numerose scene tratte dalla vita quotidiana del defunto. In questo particolare si vede lo scriba intento alla caccia e alla pesca insieme alla sua famiglia. Lo stile vivace e la naturalezza del racconto danno alla scena una particolare freschezza.


Scena di caccia (1550-1291 a.C.), particolare di pittura murale. Luxor (antica Tebe), Tomba di Nakht.

Art Gallery
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Storia dell'Arte - Comunicazione visiva