Piero della Francesca

PIERO DELLA FRANCESCA
BORGO SAN SEPOLCRO (AREZZO) 1415/1420-1492

IL PITTORE MATEMATICO

Figlio di un ricco commerciante e di una donna di nobile famiglia, Piero della Francesca inizia a studiare le tecniche della pittura nel paese in cui nasce, nel territorio di Arezzo, al confine tra Toscana, Marche e Umbria. Oltre che nell’Aretino, lavora anche a Firenze, Rimini, Roma, Perugia e Urbino.
Tra i pittori che contribuiscono al rinnovamento della pittura nel Quattrocento, Piero è il più interessato alle questioni matematiche. Oltre ad applicare i suoi studi prospettici nei dipinti che realizza, ne espone i risultati in un trattato. È quindi un esempio di artista-umanista, autore di studi anche su matematica e geometria.
Nelle sue opere, diversamente da Masaccio, non ricerca effetti drammatici con l’aiuto del chiaroscuro, e preferisce luce e colori chiari. Affida il suo tentativo di dare corpo e naturalezza alle scene alla solida e razionale impostazione prospettica degli spazi in cui inserisce le figure, che appaiono generalmente immobili, come sospese.

UNA SCENA MISTERIOSA

Il dipinto presenta l’episodio evangelico della Flagellazione di Cristo davanti a Pilato; la scena si svolge sul fondo, in un ampio spazio costruito prospetticamente grazie alla fuga delle colonne e dei riquadri del pavimento. In primo piano, a destra, tre uomini in abiti quattrocenteschi conversano fra loro; su tutto regna una luce diffusa, senza zone d’ombra. Piero lavora molto a Urbino, al servizio dei duchi di Montefeltro, ed è proprio a Urbino che dipinge questa tavola. Si è pensato che i tre siano personaggi della corte, ma il senso nascosto della scena resta un mistero.



UNO SPAZIO PROSPETTICO

Guardando il quadro si notano alcuni artifici prospettici: le linee di fuga, che uniscono le basi delle colonne, le travi del soffitto, il disegno delle piastrelle del pavimento, convergono verso un unico punto sul fondo.
Le colonne stesse e i personaggi diminuiscono di dimensione via via che appaiono più lontani dal primo piano. Questi accorgimenti fanno apparire la scena più realistica.

LA PALA MONTEFELTRO

L’opera, detta anche Pala Montefeltro, raffigura l’interno di una chiesa con la Madonna in preghiera, che tiene il Bambino sulle ginocchia, attorniata da dieci figure di santi, mentre il duca di Urbino, Federico da Montefeltro, prega in ginocchio. Caratterizzano il dipinto l’atmosfera di calma meditazione, l’accurata prospettiva del soffitto, il riuscito effetto realistico dei bagliori sul metallo dell’armatura del duca.


Occhio al dettaglio

Dal soffitto, al centro, pende un uovo, simbolo di perfezione e del mistero della vita, come pure la conchiglia a cui è appeso.

Art Gallery
Art Gallery
Storia dell'Arte - Comunicazione visiva