Architetto (ma anche scultore), Brunelleschi è uno dei tre iniziatori della rivoluzione artistica del Quattrocento a Firenze, con Masaccio per la pittura e Donatello per la scultura.
Nasce in una famiglia benestante e riceve un’istruzione accurata. Scelta la strada dell’arte, va a bottega da un orafo, dove impara la pratica del disegno. Inizialmente si dedica all’oreficeria e alla lavorazione dei metalli: partecipa al concorso per la realizzazione delle porte bronzee del battistero fiorentino, vinto da Lorenzo Ghiberti (p. 180).
Nel 1402, con l’amico Donatello, va a Roma per studiare l’arte antica. Qui vede la cupola del Pantheon, a cui in seguito si ispirerà per la cupola della cattedrale fiorentina di Santa Maria del Fiore. Al ritorno a Firenze si dedica alla scultura: il suo Crocifisso per la Chiesa di Santa Maria Novella è il capostipite di una lunga serie di opere d’arte improntate allo studio del corpo umano (p.178). Ma la sua attenzione è rivolta sempre più alla messa a punto di un sistema fondato su princìpi geometrico-matematici per rappresentare correttamente e in modo verosimile gli oggetti posti nello spazio reale, che culmina nell’invenzione della prospettiva lineare (p. 173).
Brunelleschi si dedica sempre più all’architettura, campo perfetto di applicazione delle nuove teorie sulla prospettiva. Lavora, a Firenze, a vari edifici, dallo Spedale degli Innocenti alla Cappella Pazzi della Basilica di Santa Croce, ma soprattutto a quello che diventa il suo capolavoro, la cupola di Santa Maria del Fiore, dove sperimenta tecniche e organizzazioni costruttive fino ad allora mai usate.