Duccio di Buoninsegna

DUCCIO DI BUONINSEGNA
SIENA 1260/1265-PRIMA DEL 1319

L’ELEGANZA DELLA LINEA

Come accade per molti artisti del Duecento, conosciamo pochi dettagli della vita di Duccio di Buoninsegna: sappiamo che nel 1285 gli viene commissionata una grande pala d’altare per una chiesa fiorentina e questo ci fa intuire che doveva essere un pittore già affermato nella sua patria, Siena.
Nella città toscana nel Duecento era ancora viva una ricca tradizione bizantina: Duccio è la prima personalità di spicco della pittura senese che, pur continuando a dipingere in modi vicini all’arte orientale, crea un linguaggio nuovo, che caratterizzerà a lungo l’arte della sua città. Le sue opere si distinguono per gli accostamenti di splendidi colori, per la linea elegante che delimita i contorni, per l’uso dell’oro preziosamente decorato.

UNA MADONNA PER SIENA

Questa grande pala, dipinta su entrambi i lati, era destinata all’altare maggiore del Duomo di Siena per celebrare la Vergine e i santi protettori della città in occasione di una vittoria militare.
L’opera presenta una struttura simile alla Maestà di Cimabue: una Madonna in trono circondata da angeli e santi. La composizione però è molto diversa: l’attenzione non è sulle masse e sui corpi, ma sulle linee eleganti dei contorni e sui delicati contrasti tra i colori che spiccano sul fondo oro scintillante. Le aureole e alcuni dei mantelli sono decorati con una preziosa lavorazione a punzoni, sorta di timbri a motivi geometrici e floreali. Il retro presenta, in 26 riquadri, scene della vita e della Passione di Cristo: a differenza della composizione sul fronte, molto statica e solenne, qui le scene raccontano con vivacità la storia sacra, tra esterni e interni minuziosamente descritti.

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