Leggi l'opera: Il pulpito di Sant'Andrea

LEGGI L'OPERA: Il pulpito di Sant’Andrea
Giovanni Pisano

UN PO' DI STORIA

L’autore del pulpito della Chiesa di Sant’Andrea a Pistoia è Giovanni Pisano (Pisa 1245 ca.-Siena 1318). Giovanni proviene da una famiglia di artisti: intorno alla metà del Duecento a Pisa è attiva una bottega di scultori molto affermata, diretta da Nicola Pisano, il padre di Giovanni. Nicola conosce a fondo la tradizione classica: Pisa era infatti ricca di testimonianze dell’antichità.
Padre e figlio, che lavorarono anche come architetti, sono famosi come autori di due pulpiti, entrambi decorati con sculture a tutto tondo e bassorilievi. A differenza del padre, è probabile che Giovanni abbia viaggiato in Francia: le sue sculture presentano caratteri gotici molto evidenti e vicini agli esempi francesi.

1298-1301, marmo e porfido (per le colonne), h 455 cm. Pistoia, Chiesa di Sant’Andrea.

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Il pulpito di Sant’Andrea è una sorta di palco esagonale con balaustra retto da colonne, alcune delle quali poggiano a loro volta su statue di leoni. Una colonna invece è sorretta da una figura umana: si chiama “telamone”, un elemento architettonico usato fin dall’arte classica. Il pulpito appare elegante e slanciato: Giovanni utilizza archi acuti, colonne sottili e alti capitelli, che rendono la struttura movimentata e leggera. La decorazione scolpita è molto ricca e ricopre ogni elemento del pulpito. I bassorilievi raffigurano cinque scene della vita di Cristo: la Natività, l’Adorazione dei Magi, la Strage degli innocenti, la Crocifissione e il Giudizio universale. Ogni scena è affollata di personaggi che sfruttano tutta la profondità del rilievo: in questo modo si formano ombre profonde che aumentano la drammaticità degli eventi.

Confronta

Nicola Pisano, Pulpito (1260), marmo, h 465 cm. Pisa, Battistero.

Il pulpito di Giovanni è molto simile a quello creato quarant’anni prima dal padre Nicola per il Battistero di Pisa: la forma è analoga, e identici sono i soggetti che decorano i rilievi. Il pulpito di Nicola appare però più classico ed equilibrato, mentre quello di Giovanni sembra percorso da un continuo ed emozionante movimento drammatico.

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