L'opera simbolo: Il Crocifisso di Giotto

L'OPERA SIMBOLO: Il Crocifisso di Giotto

L’arte gotica recupera l’attenzione alla realtà dell’uomo: al suo corpo, ai suoi sentimenti, allo spazio in cui si muove.

Tra Duecento e Trecento si trasforma il modo di raffigurare l’uomo e lo spazio, grazie a una nuova attenzione alla realtà. Cambiano così le rappresentazioni tradizionali, come quella di Cristo sulla croce, che non è più dipinto vivo e “trionfante”, ma con gli occhi chiusi e il volto sofferente.

Giotto, Crocifisso (1290 ca.), tempera e oro su tavola, 578x406 cm. Firenze, Chiesa di Santa Maria Novella.

IL CORPO UMANO E I SUOI SENTIMENTI

Il corpo umano inizia a essere studiato e analizzato nelle sue forme reali: gli artisti non raffigurano più un manichino senza vita, dall’anatomia schematica, come nel periodo precedente, ma cercano di avvicinarsi alla rappresentazione di un corpo vero. Allo stesso modo studiano come rendere i sentimenti e le espressioni in maniera più realistica.

LA TRIDIMENSIONALITÀ

Gli artisti cercano un modo per dare allo spettatore l’impressione della profondità dello spazio. Sperimentano a questo scopo l’uso della luce: immaginano che ci sia un’unica fonte da cui proviene la luce e studiano come rendere le ombre che si generano e come dare, quindi, il senso del volume.

LA PREZIOSITÀ DEI MATERIALI

L’oro, le pietre preziose, i ricami, l’impalpabile leggerezza di certi tessuti, la morbidezza di una pelliccia: la pittura gotica è attenta a rendere le caratteristiche dei diversi materiali attraverso i colori, le sfumature e l’impiego di tecniche differenti, come la tempera a base di acqua o uovo, le lacche, l’oro, i vetri colorati.

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