I mosaici dell'Italia meridionale

I MOSAICI DELL’ITALIA MERIDIONALE

SCINTILLANTI TESSERE D’ORO

Tra il VI e il IX secolo la Sicilia, come si è visto, è direttamente controllata dall’Impero bizantino e mantiene contatti molto forti con l’Oriente. Questo spiega la grande diffusione che ha il mosaico nella decorazione delle chiese siciliane: questa tecnica, infatti, era ampiamente usata nel periodo tardoantico sia in Oriente, sia in Italia (a Roma e Ravenna) per decorare pavimenti e pareti delle chiese. Anche quando i Bizantini lasciano la Sicilia, il mosaico continua a essere utilizzato: spesso gli artisti venivano direttamente da Bisanzio, o a Bisanzio avevano studiato e imparato questa tecnica.

RACCONTARE CON I MOSAICI

Uno dei più ricchi esempi dell’impiego dei mosaici in Sicilia è la Cappella Palatina, una chiesa a tre navate costruita nel palazzo dei re normanni a Palermo: la cappella, riservata alla famiglia reale, è infatti interamente rivestita di mosaici. La scena della cacciata di Adamo ed Eva, accompagnata da una lunga iscrizione, dimostra l’abilità dei mosaicisti nel narrare le storie sacre con vivacità: un angelo sta letteralmente spingendo Adamo ed Eva fuori dalla porta del Paradiso, mentre un serafino rosso ne tiene sbarrato l’ingresso.

UNA CATTEDRALE D’ORO E DI LUCE

Il Duomo di Monreale, che all’esterno – come si è visto – presenta caratteristiche arabe, è uno degli edifici simbolo per comprendere la mescolanza tra le culture bizantina, francese, araba della Sicilia normanna. L’abside e parte delle navate del duomo sono infatti rivestite di mosaici in cui prevale l’oro, usato per tutti gli sfondi: furono probabilmente eseguiti da maestri veneziani, che però avevano studiato la tradizione bizantina.
Al centro dell’abside c’è il Cristo Pantocratore, una raffigurazione di derivazione bizantina in cui Cristo, in atteggiamento maestoso e severo, è ritratto mentre benedice unendo tre dita della mano destra.

Art Gallery
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