Wiligelmo

WILIGELMO
FINE DELL’XI SECOLO-1130 CA.

UN LINGUAGGIO COLTO ED ESPRESSIVO

Di molti degli scultori e degli scalpellini che decorarono le chiese e i monasteri romanici non conosciamo l’identità. Diverso è il caso di Wiligelmo, vissuto tra l’XI e il XII secolo, a testimonianza che la sua opera era considerata meritevole di essere lodata. È probabilmente originario della Lombardia, come molti degli scultori del periodo, ma lavora soprattutto a Modena, nel grande cantiere della cattedrale: il fatto che il Duomo di Modena sia costruito da un architetto lombardo, Lanfranco, e decorato da uno scultore sempre di quella regione, fa capire quanto si fosse investito nella sua costruzione, chiamando artisti da lontano.
Wiligelmo è a capo di una ricca bottega: dobbiamo immaginare che accanto a lui lavorassero una serie di collaboratori, di cui però non ci sono stati tramandati i nomi. Le sue opere si caratterizzano per uno stile semplice e insieme ricercato: lo scultore dimostra di conoscere l’arte romana dell’antichità, ma ne riutilizza i motivi e le forme – come gli archi a tutto sesto in cui inserisce i personaggi dei rilievi del Duomo di Modena – per trasmettere un messaggio cristiano, e lo fa in modo chiaro ed espressivo affinché sia immediatamente comprensibile per i fedeli.

UNA BIBBIA DI PIETRA

Wiligelmo racconta le storie sacre con uno stile vivace e immediato: i personaggi si stagliano con un rilievo piuttosto alto su un portico fatto di archetti a tutto sesto che richiamano la struttura del Duomo di Modena. La lastra racconta le Storie della Genesi: all’immagine di Dio che mostra l’inizio della Bibbia dentro una forma a mandorla sorretta dagli angeli, segue la creazione del primo uomo, la nascita della prima donna da una costola di Adamo, e infine il peccato originale. Tutta l’attenzione è concentrata sulle azioni dei protagonisti, per non distrarre il fedele: non esistono descrizioni di paesaggio e gli elementi naturali si limitano al masso su cui è sdraiato Adamo o all’albero con il serpente della tentazione.


Occhio al dettaglio

Adamo, disubbedendo a Dio, mangia il frutto dell’albero proibito, quello della conoscenza del bene e del male. Nel momento stesso in cui lo fa, perde la sua innocenza e si accorge di essere nudo: si copre dunque con una foglia di fico.

LA FAMA NEI SECOLI

Il nome di Wiligelmo compare nelle ultime righe di un’iscrizione sulla facciata del Duomo di Modena. La scritta, in eleganti caratteri che ricordano le antiche iscrizioni romane, riporta la data di fondazione della chiesa ed elogia in latino l’opera del maestro: “Quanto tra gli scultori/ tu sia degno di onore/è chiaro ora, o Wiligelmo/per le tue opere”. La scritta è sorretta dalle figure di Enoch ed Elia, profeti famosi perché furono assunti in cielo senza morire. La loro scelta non è casuale: vuole indicare l’immortalità di cui godrà l’artista per il suo lavoro.

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