Templi dorici di Età arcaica
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Templi dorici di Età arcaica
Tempio di Hera a Olimpia
L’Heraíon di Olimpia mostra inoltre soluzioni non ancora definitive anche nella distribuzione degli spazi interni, fatto che rende questo antico tempio un’importante testimonianza dell’evoluzione dell’ordine dorico verso le sue forme canoniche. La cella, infatti, è già tripartita (caratteristica propria dei templi dorici), essendo separata in tre ambienti longitudinali (navate) da due file di colonne; tuttavia, queste sono molto vicine alle pareti e, alternativamente, sono addossate a pilastri che vanno a formare delle cappelle laterali, assenti negli esempi successivi di tempio dorico.
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Tempio di Atena Apháia a Egina
Sull'isola di Egina, di fronte ad Atene, si trova l'esempio meglio conservato di tempio dorico di Età arcaica. Datato al 500-480 a.C. circa, il Tempio di Egina (30-31) sorge in posizione elevata su un promontorio che dà sul mare, ed è dedicato ad Atena Apháia (Apháia era una divinità locale il cui culto fu assimilato a quello della dea Atena). Si tratta di un tempio periptero che sorge su una crepidine a tre gradini; la peristasi è composta da sei colonne in facciata e dodici sul lato lungo. Le colonne, in calcare locale, sono più sottili e slanciate rispetto ai primi esempi del dorico arcaico e mostrano un’evoluzione della tecnica verso soluzioni più armoniose, sebbene siano leggermente rivestite da uno stucco chiaro che ne definisce con maggiore nettezza gli spigoli delle scanalature.
I capitelli, con abaco ed echino, sostengono una trabeazione in cui si conservano sia la scansione di metope e triglifi sia gli elementi più piccoli come mutuli e gutte. La cella, dove si trovava la statua di Atena, ha una pianta classica con prònao e opistodomo (destinato in genere a contenere oggetti offerti in dono alla divinità) speculari con le due colonne tra le ante. Nonostante lo spazio sia ristretto, la cella è divisa in tre navate da due file di cinque colonne, a cui si somma un secondo ordine di colonne più piccole a reggere la copertura (non conservata). Questa sorta di secondo piano, che sarà ripreso da esempi successivi, aveva una funzione puramente decorativa, creando probabilmente una sorta di ricca cornice intorno alla statua della dea, posta nella navata centrale.
Dossier Arte plus - volume 1
Dalla Preistoria all'arte romana