4.  CRETA E MICENE

Le tre dame in blu, particolare, XV secolo a.C., affresco. Heraklion (Creta), Museo Archeologico (dal Palazzo di Cnosso).

L'EPOCA E LE IDEE

La civiltà cretese

Arthur Evans (1851-1941), l'archeologo inglese che portò alla luce i resti di Cnosso tra il 1900 e il1931, chiamò civiltà minoica la cultura sviluppatasi a Creta durante l'Età del bronzo. L'aggettivo deriva dal nome del mitico re dell'isola, Minosse, che avrebbe regnato proprio a Cnosso e che, secondo il mito, aveva chiesto al suo architetto, Dedalo, di costruire un labirinto in cui rinchiudere il Minotauro, un mostro con corpo di uomo e testa di toro.
A partire dalle scoperte fatte a Creta, Evans propose una cronologia della civiltà cretese basata sull'evoluzione delle architetture e dei manufatti artistici, individuando tre periodi: il Minoico antico (5000-2100 a.C.), il Minoico medio (2100-1550 a.C.) e il Minoico tardo (1550-1050 a.C.). Queste datazioni sono state sostituite, più recentemente, da una periodizzazione basata sulla storia dei palazzi, i centri della vita economica, politica e religiosa dell'isola. In base all'evoluzione di queste strutture, nelle quali risiedevano il re e la sua schiera di funzionari, incaricati di controllare la vita economica e politica dell'isola, si parla di periodi Prepalaziale (3500-1950 a.C.), Protopalaziale (1950-1700 a.C.), Neopalaziale (1700-1425 a.C.) e Postpalaziale (1425-1190 a.C.).
Come risulta da questa cronologia, l'ascesa della civiltà cretese comincia nel III millennio a.C. In questa fase Creta oscura la precedente fioritura della civiltà delle piccole isole Cicladi, giungendo, a partire dal 2000 a.C. circa, a esercitare una vera e propria egemonia nell'Egeo, che gli storici chiamano talassocrazia (dal greco thálassa, "mare", e kratéo, "comandare"). Questa egemonia è di tipo commerciale e culturale, più che militare: non a caso, tra le conseguenze più importanti dell'affermazione cretese vi è la diffusione della lineare A, la scrittura sillabica utilizzata sull'isola tra il XVIII e il XV secolo.
La storia di Creta è segnata da due gravi episodi che portano alla distruzione dei palazzi. Il primo risale all'incirca al 1700 a.C., quando tutti i palazzi dell'isola vengono distrutti, forse a causa di una catastrofe naturale o forse in seguito a una serie di rivolte sociali. La rapida ripresa, con la ricostruzione dei palazzi, apre la fase Neopalaziale, durante la quale Creta raggiunge il suo massimo sviluppo. Il secondo episodio risale invece al 1400 a.C. circa. Anche in questo caso le ragioni dell'evento non sono chiare; quel che è certo è che con esso si avvia il declino della civiltà cretese.

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Ascesa e declino dei Micenei

Mentre la civiltà minoica è tendenzialmente pacifica ed è egemone sul mare – tanto che le sue città e la civiltà micenea. non hanno bisogno di essere circondate da mura –, i popoli che tra il III e il II millennio a.C. si stabiliscono nella Grecia continentale (noti dalle fonti successive come Achei, poi sinonimo di Greci) sono prevalentemente dediti alle guerre di conquista. La loro arte e la loro architettura sono in gran parte espressione di un popolo guerriero, come testimoniano le mura colossali che difendevano le cittadelle del Peloponneso dalle scorrerie delle popolazioni nomadi dell’entroterra.
Grazie allo sviluppo delle tecniche di navigazione, alla metà del II millennio a.C. gli Achei iniziano una fase di espansione marittima e, tra il 1450 e il 1400 a.C., approfittano della crisi che ha colpito Creta per invadere l’isola e abbattere il sistema organizzato sulla centralità dei palazzi. Solamente la città di Cnosso resiste più a lungo, fino al 1350 a.C., quando anche il suo palazzo viene distrutto. Il predominio economico e politico passa di conseguenza ai centri del Peloponneso e della Grecia centrale: Tirinto, Tebe e soprattutto Micene, che dà il nome alla nuova civiltà divenuta padrona dell’Egeo.
Questo passaggio è testimoniato anche dal cambiamento del sistema di scrittura. La lineare A viene infatti sostituita dalla lineare B, che resterà in uso fino al 1200 a.C. circa. La traduzione della lineare B, effettuata tra il 1952 e il 1953, dimostra che si tratta di una forma arcaica della lingua greca, completamente diversa dalla lineare A cretese.
Anche per la storia della civiltà micenea è stata proposta una periodizzazione in tre fasi. Durante il Miceneo antico (1600-1400 a.C.) la città di Micene emerge come centro egemone nel Peloponneso; nel Miceneo medio (1400-1200 a.C.), dopo la conquista di Creta, l’espansione micenea continua, arrivando a interessare l’Asia minore e l’Italia meridionale; la civiltà entra in crisi, per ragioni ancora non del tutto chiare, nel passaggio tra Età del bronzo ed Età del ferro, che coincide con il Miceneo tardo (1200-1100 a.C.). Come nel caso di Creta, un disastro naturale potrebbe aver contribuito alla crisi economica, aggravata dalle incursioni dei cosiddetti popoli del mare provenienti dal Mediterraneo occidentale, che intorno al 1200 a.C. sconvolgono gli equilibri politici e militari di tutta l’area.

Dossier Arte plus - volume 1
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Dalla Preistoria all'arte romana