8.  ITALICI ED ETRUSCHI

Piangenti alla porta dell'Ade, particolare, 530 a.C. ca., pittura murale. Tarquinia (Viterbo), necropoli dei Monterozzi, Tomba degli Auguri.

L'EPOCA E LE IDEE

L'Italia prima dei Romani

Nel II millennio a.C. l’Italia, occupata da popolazioni appenniniche dedite alla pastorizia e a un’agricoltura povera, si trova nella piena Età del bronzo. Con l’inizio dell’Età del ferro (IX-VIII secolo a.C.), comincia a definirsi la composizione etnica della Penisola. Si tratta di un panorama molto variegato, tanto che si parla in genere di un "mosaico" di popoli: ai popoli autoctoni, presenti nella Penisola da tempi remoti, si mescolano popoli di origine indoeuropea giunti in Italia nell’ambito di flussi migratori avvenuti a più riprese. Tra gli autoctoni vi sono i Liguri, i Reti (stanziati nelle Alpi centrali), i Sardi, i Sicani e gli Elimi (nella Sicilia occidentale). Tra gli indoeuropei si ricordano i Veneti e i Celti (chiamati Insubri nella Pianura Padana) al Nord; i Piceni (tra Marche e Abruzzo), gli Umbri, i Sabini e i Latini (nella valle del Tevere) nel Centro; i Sanniti (nell’area appenninica tra Molise, Abruzzo e Campania), i Lucani, gli Iapigi (in Puglia) e i Siculi (nella Sicilia orientale) al Sud.
Nel corso del I millennio a.C. i contatti interni alla Penisola si fanno più frequenti. Forte, in particolare nelle zone costiere e nel Sud, è anche l’influenza dei Micenei e dei Greci, presenti nelle ricche colonie della Sicilia e della Magna Grecia. L’influenza greca è rintracciabile non solo a livello commerciale, ma anche nell’ambito della cultura e delle forme di espressione artistica. Infine, dal IV secolo a.C., nel corso di circa trecento anni, tutti i popoli italici subiscono un processo di "romanizzazione" dovuto alla travolgente espansione di Roma. Della loro storia rimarranno soltanto i nomi, tramandati dagli storici latini, e i resti artistici e architettonici studiati oggi dagli archeologi.

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Origini e sviluppo della civiltà etrusca

Tra i popoli insediati in Italia prima dell’ascesa di Roma al rango di grande potenza, un posto particolare spetta agli Etruschi, stanziati in principio in un’area compresa tra Toscana, Umbria e Lazio – l’Etruria, appunto – ma presenti, al momento della loro massima espansione, fino alla Pianura Padana e alla Campania.
Alla loro origine, databile al IX secolo a.C., concorrono elementi autoctoni, continentali e orientali. La loro prima area di insediamento è infatti la stessa occupata dalla cultura villanoviana, presente tra Tevere e Arno fin dal II millennio a.C., che rappresenta la fase protostorica degli Etruschi, come mostra, tra le altre cose, la pratica dell’incinerazione dei defunti. Il primo periodo della storia etrusca è proprio definito Villanoviano (900-720 a.C. circa). È attestata, in questa fase, la presenza di villaggi agricoli e minerari e, verso la fine del periodo, la nascita dei primi centri urbani.
Allo sviluppo della civiltà etrusca contribuiscono comunque anche elementi non autoctoni, e in particolare orientali, la cui influenza è ben visibile nell’arte. La fase Orientalizzante (720-580 a.C. circa) è così definita per la diffusione di manufatti e maestranze provenienti dal Vicino Oriente e dalla Grecia. In questo periodo la società è dominata dall’aristocrazia dei principes (proprietari terrieri e grandi mercanti), che esprimono i lucumoni, i re che governano le città.
Con l’Età arcaica (580-480 a.C. circa) la civiltà etrusca diventa una matura civiltà urbana. Il sistema monarchico è superato in favore di una compresenza, al governo delle città, degli aristocratici e di un nuovo "ceto medio" arricchitosi con le attività mercantili. È un periodo di espansione commerciale e militare sia sulla terraferma, con la colonizzazione di parte della Pianura Padana, sia sul mar Tirreno; solo la sconfitta subita contro i Siracusani nelle acque di Cuma (474 a.C.) segna il limite dell’espansione marittima etrusca.
L’Età classica (480-320 a.C. circa) coincide con l’inizio del declino della civiltà etrusca. La progressiva avanzata dei Celti (tra VI e IV secolo a.C.) provoca la caduta di Bologna (Felsina) e Marzabotto, fondate al tempo dell’espansione verso nord. Nel 396 a.C. Roma conquista Veio. L’Età ellenistica (320-27 a.C.) è l’ultima fase della storia etrusca, ormai ampiamente sovrapposta a quella di Roma. Anche gli Etruschi, come tutti gli altri popoli italici, diventano parte integrante del mondo romano.

Dossier Arte plus - volume 1
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Dalla Preistoria all'arte romana