SCIENZA & AMBIENTE

L’EFFETTO SERRA NEL FRIGORIFERO

Tra i responsabili dell’effetto serra artificiale vi sono i gas fluorurati, di cui fanno parte sia i CFC o clorofluorocarburi (ormai messi al bando) sia gli HFC o idrofluorocarburi, i gas refrigeranti (F-gas) usati nei frigoriferi, che contengono sostanze nocive per l’atmosfera come cloro, bromo e fluoro.
Gli F-gas da una parte intaccano lo strato di ozono e dall’altra contribuiscono notevolmente all’aumento dell’effetto serra: si parla di circa il 50% delle emissioni di gas serra liberate ogni anno soltanto nel nostro Paese, pari a 100 000 tonnellate di gas refrigeranti. La buona notizia è che l’Europa ha preso provvedimenti, siglando un accordo che prevede la regolamentazione e la limitazione dell’utilizzo di questi gas, e la loro sostituzione, in buona parte, con gas di origine naturale, come il propano e l’anidride carbonica.
Il propano e gli altri idrocarburi affini (propilene, etano, isobutano) sono gas naturali. L’unico rischio connesso al loro utilizzo è rappresentato dall’elevata infiammabilità; tuttavia, se usati in impianti di piccole dimensioni, questi gas non comportano problemi.
L’anidride carbonica è un ottimo gas refrigerante: è molto efficiente, con buone proprietà termodinamiche, e può essere usata anche in impianti di grandi dimensioni, come quelli destinati alla conservazione dei surgelati della grande distribuzione. Inoltre, l’anidride carbonica non intacca lo strato di ozono e ha un potenziale di riscaldamento globale (un indice convenzionale che valuta gli effetti dei vari gas sull’atmosfera nell’arco di un secolo) pari a 1, mentre quello degli HFC è mille volte superiore. A livello di impatto ambientale, questo significa che per produrre la quantità di riscaldamento globale provocato da una sola molecola di CFC ci vogliono migliaia di molecole di anidride carbonica.

Scienze evviva! - volume 1
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