MISURARE LA TEMPERATURA
Lo strumento che misura quanto un corpo è caldo, cioè la sua temperatura, è il termometro. Il suo funzionamento sfrutta la dilatazione termica dei liquidi. Il termometro è infatti costituito da un tubicino capillare di vetro la cui estremità inferiore presenta un piccolo allargamento, il bulbo, riempito con un liquido, per esempio alcol.
Quando il bulbo è posto a contatto con un corpo a temperatura superiore, il liquido si riscalda, si dilata e sale nel tubicino lungo il quale è segnata una scala graduata. Il liquido assorbe calore, e si dilata di conseguenza, fino a raggiungere la temperatura del corpo con il quale è a contatto, che viene indicata sulla scala graduata. Comunemente la temperatura si misura in gradi centigradi o gradi Celsius (°C), dal nome del fisico svedese A. Celsius che li ha proposti. La scala centigrada considera la temperatura di fusione del ghiaccio (0°C) come punto di riferimento inferiore, e la temperatura di ebollizione dell’acqua (100°C) come punto di riferimento superiore; l’intervallo tra questi due valori si suddivide in 100 parti uguali: ogni parte corrisponde a un grado centigrado.
Nei Paesi anglosassoni, invece, la temperatura si misura spesso in gradi Fahrenheit
(°F), dal cognome del fisico tedesco che li introdusse. Nella scala Fahrenheit il punto di fusione del ghiaccio corrisponde a 32°F e il punto di ebollizione dell’acqua a 212°F; in tal caso l’intervallo della scala è suddiviso in 180 parti ciascuna corrispondente a un grado Fahrenheit.
Nel SI l’unità di misura della temperatura è però il kelvin (K), dal nome del fisico irlandese che l’ha ideata. La scala Kelvin ha come valore più basso lo 0 (zero) assoluto, che corrisponde a -273°C, cioè la temperatura alla quale l’agitazione termica delle particelle cesserebbe e sotto la quale non è quindi possibile scendere: si tratta comunque di un valore teorico, perché lo zero assoluto non viene di fatto mai raggiunto.