Il legame impossibile fra Torquato
ed Eleonora d’Este
Una brevissima storia d’amore tra realtà e leggenda
Fino all’Ottocento romantico, musicisti, artisti e letterati hanno attribuito l’origine dell’infelicità e del tormento del poeta a un amore proibito per la sorella del duca d’Este, l’austera ed enigmatica Eleonora. Tutto ha inizio nel 1572, quando a Torquato, in virtù dei suoi meriti letterari, viene concesso l’onore di sedere alla tavola del duca Alfonso, proprio accanto a Eleonora, sensibile al fascino dei versi del giovane poeta. Si dice che la principessa, che non è più una giovinetta (era nata nel 1537 e quindi aveva toccato i trentacinque anni, un’età ritenuta all’epoca già matura), chieda quotidianamente a Tasso di essere aggiornata sulla stesura della Gerusalemme
liberata, di cui vuole conoscere per prima lo sviluppo. Un canto, in particolare, suscita il suo entusiasmo: il sedicesimo, quello in cui si narrano gli amori di Rinaldo e Armida, che Torquato – dicono le malelingue – pare le reciti con troppa foga e passione.
A Ferrara la voce riguardante il sentimento che lega Eleonora e Torquato si diffonde e finisce sulla bocca di cortigiani e popolani: un’istitutrice, dama di compagnia della nobildonna, si sente in dovere di informare il duca. Tasso viene ammonito, bonariamente, ma il turbamento lo porta a compiere un passo falso. Siamo nel 1579: Eleonora interroga il poeta (forse su un verso o un’ottava) e lui, trasportato da un incontrollabile impulso, la bacia in volto. Il duca, presente alla scena, mantiene il controllo e si rivolge così ai cavalieri del suo seguito: «Mirate che fiera disgrazia d’un uomo sì grande che in questo punto è diventato pazzo». Il temerario ha osato troppo: le sue sventure iniziano a questo punto. Poco dopo finirà rinchiuso nell’ospedale dei pazzi di Sant’Anna.
È proprio quest’amore impossibile a causare la lunga prigionia del poeta? O, come assicurano alcuni biografi, le ragioni più profonde della sua reclusione stanno nei timori di Alfonso legati a una personalità tanto scomoda e in odore di eresia?
In ogni caso, dal manicomio Torquato scriverà decine di lettere alla principessa, invocando la sua benevolenza e supplicandola di aiutarlo e salvarlo. Forse è anche per merito suo se le condizioni della prigionia del poeta verranno mitigate sempre più. Ma Tasso non farà in tempo a ringraziarla di persona: quando viene liberato, Eleonora è già morta da anni, uccisa nel 1581 da una malattia.