3 - I grandi temi

Umanesimo e Rinascimento – L'autore: Niccolò Machiavelli

3 I grandi temi

Tra politica e letteratura: l’autoritratto

Come abbiamo già detto, la scrittura epistolare svolge per Machiavelli la funzione del diario, in cui riversare idee e stati d’animo, aggiungendo di volta in volta qualche spunto, serio o giocoso, con cui descrivere sé stesso e manifestare agli amici la passione con cui ha alimentato la propria unica, vera vocazione: la politica.
Dunque, per iniziare a conoscere più da vicino Machiavelli, proponiamo la lettura di una lettera. Si tratta di un’epistola scritta in un momento di grande amarezza: con la fine della repubblica e la restaurazione medicea, egli si trova infatti relegato nella condizione dell’esiliato, costretto a svolgere attività di poco conto e a frequentare uomini di basso livello.

Tuttavia, Machiavelli non rinuncia allo studio degli storici antichi. In questa occupazione – scrive – «non sento per quattro hore di tempo alcuna noia, sdimentico ogni affanno, non temo la povertà, non mi sbigottisce la morte». L’uomo d’azione, costretto a stare lontano dall’attività politica, può così trovare una specie di risarcimento.
Smessi gli abiti della giornata, sporchi del fango della campagna, indossa il vestito buono, i «panni reali e curiali». Il dialogo – Niccolò parla di «conversazione» – con i suoi autori esige serietà e rispetto. Le difficoltà della vita reale vengono così dimenticate: la missione da compiere è scrivere e dimostrare con il suo «opuscolo», Il Principe, che gli anni vissuti in prima linea, lui, il segretario Machiavelli, non se li è «né dormiti né giuocati».

Esistenza privata e militanza politica si trovano, del resto, sempre intrecciate nell’insieme tragico e comico della vita: le «cose grandi» e le «cose vane» coesistono, collocandosi magari su due livelli differenti, in conflitto tra loro. Tuttavia anche la comicità, la beffa, le fantasie meno edificanti e più terrene fanno parte di quella composita e contraddittoria realtà che la curiosità di Machiavelli investiga e considera come una parte di sé. Per questo non dobbiamo stupirci se in tutta la sua opera troviamo anche risvolti più bassi e quasi degradanti e se lo studio degli ingranaggi dell’alta politica si accompagna all’osservazione di un mondo reale meschino e apparentemente privo di interesse: anche la discesa nello squallido mondo della Mandragola non rappresenta un gratuito o disimpegnato diversivo, ma un altro modo, del tutto personale, per indagare con sottigliezza e profondità la natura degli esseri umani.

Al cuore della letteratura - volume 2
Al cuore della letteratura - volume 2
Il Quattrocento e il Cinquecento