Umanesimo e Rinascimento – L'autore: Ludovico Ariosto

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La satira: un genere non convenzionale

Per satira, oggi, si intende un’opera letteraria, uno spettacolo, un atteggiamento, un discorso che sottolineino particolari aspetti della civiltà umana con intento critico, deridendo vizi e personaggi pubblici, e disegnandoli attraverso l’arma del ridicolo. Come genere letterario la satira è una composizione non convenzionale, in cui l’atteggiamento morale dello scrittore diventa ironia o derisione.

La parola satira viene dal latino satura, che indicava il piatto di primizie offerte agli dèi. Il significato originario era probabilmente quello di “mescolanza”, “varietà”, e indicava un tipo di composizione che univa stralci di argomenti diversi. Anche se nella letteratura greca è possibile ritrovare diverse opere scritte con intenti satirici, il genere letterario inizia, di fatto, nel II secolo a.C. con Gaio Lucilio, che scrisse 30 libri di satire. Lucilio, Orazio (immagine a fianco), Persio, Giovenale, Marziale e Petronio sono i modelli degli scrittori satirici delle epoche successive.

La satira moderna
Dopo Ariosto, la satira ha avuto un momento di grande sviluppo nel Seicento: in Italia con il Classicismo (per esempio Gabriello Chiabrera), in Spagna, con Francisco de Quevedo, fra gli altri, e in Francia, con Nicolas Boileau o con la rielaborazione delle favole di Esopo a opera di Jean de La Fontaine. Nel Settecento il genere, pur fiorente, comincia a perdere i suoi connotati precisi. Possono essere considerati buoni esempi di opere satiriche i componimenti più disparati, dal Giorno di Giuseppe Parini al Candido di Voltaire (immagine a fianco), a Il nipote di Rameau di Denis Diderot, agli scritti dell’inglese Alexander Pope o di Jonathan Swift, alle commedie del francese Pierre-Augustin de Beaumarchais, alle satire di Vittorio Alfieri.

Nell’Ottocento e nel Novecento
Identificare un genere satirico dall’Ottocento in poi diventa impossibile, anche se uno spirito tra il satirico e il grottesco pervade, per esempio, molte opere di Nikolaj V. Gogol’, le poesie dialettali di Carlo Porta o di Giuseppe Gioacchino Belli (immagine a fianco), le opere di Laurence Sterne, o nel Novecento le commedie di George Bernard Shaw e certi versi del russo Vladimir V. Majakovskij. Un significativo esempio di romanzo satirico del Novecento può essere considerato La fattoria degli animali di George Orwell (1903-1950), nel quale lo scrittore inglese descrive il modo in cui una rivoluzione – ambientata in una fattoria dove gli animali decidono di ribellarsi e di vivere senza aiuto umano – degenera fino a divenire la parodia di sé stessa: parecchi riferimenti, indiretti ma chiari, riportano alla rivoluzione comunista.

Tra i narratori satirici di oggi possiamo ricordare il bolognese Stefano Benni (n. 1947, immagine a fianco), che con i suoi libri mette alla berlina abitudini sociali, tic e manie degli italiani, attraverso l’invenzione di storie surreali che suscitano il riso con una comicità di intonazione grottesca.

Al cuore della letteratura - volume 2
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Il Quattrocento e il Cinquecento