Dossier Arte - volume 3 

2 L Età Romantica della Royal Academy del 1852, riprende il quarto atto dell Amleto shakespeariano, quando l eroina si lascia annegare per amore. Millais, fedele al passaggio letterario, restituisce minuziosamente la vegetazione attorno alla fanciulla. Ogni specie ha una corrispondenza simbolica: il salice, l ortica e la margherita sono spesso associati all abbandono dell amato. La mano inerme, punto focale dell opera, trattiene appena alcune fritillarie (fiori bulbosi dai colori appariscenti), simbolo di dolore, un papavero e un nontiscordardimé, emblemi rispettivamente della morte e del ricordo. Millais realizza il dipinto in due momenti: prima trascorre lunghe ore sulle sponde dell Hogsmill River, nell Ewell, dove può osservare dal vero tutte le specie vegetali che poi riprodurrà sulla tela; solo in un secondo momento inserirà il corpo della donna. L Ofelia ha i tratti di Elizabeth Siddal, modella e futura moglie di Rossetti, che fu costretta a posare immersa in una vasca d acqua non riscaldata, tanto da ammalarsi gravemente di bronchite. Il volto della giovane suicida affiora delicatamente; la pittura crea un incarnato etereo che si stacca nettamente dai flutti dell acqua. Al contrario, la veste si confonde con la natura stessa, e fa di Ofelia una creatura dei boschi. William Holman Hunt Rifiutato all esame di ammissione alla Royal Academy, William Holman Hunt (Londra 1827-1910) è tra i fondatori della confraternita dei preraffaelliti anche come aperta presa di distanza dalla pittura di Sir Joshua Reynolds, che dell Accademia inglese incarnava i principi e il gusto. Hunt sviluppa una pittura autonoma che, al pari di quella di Millais, si dimostra estremamente attenta al dato naturale. Trascorre intere notti all aperto, lavorando al lume di una lanterna, nell intento di ricreare fedelmente la luminosità notturna in La luce del mondo (31). Il dipinto, che precede di poco lo scioglimento della confraternita, mostra un Cristo che sta per bussare a una porta coperta d erbacce e senza maniglia. Esposto nel 1854 alla Royal Academy, La luce del mondo viene accolto con scarso interesse, forse proprio per il carattere eccessivamente oleografico; in un secondo momento, tuttavia, diviene una delle immagini tipiche della religiosità vittoriana, anche in virtù della lettura simbolica che ne diede lo stesso Hunt. L artista rivelò che la porta chiusa andava letta come metafora del buio della mente di chi non crede. Sulla stessa linea interpretativa, la ruggine è l emblema della corrosione delle facoltà vitali; le erbacce rimandano ad attitudini malvage e il pipistrello è l animale che non vive mai nella luce . Attraverso i dettagli dell abbigliamento del Cristo la preziosa fibula che ne chiude il mantello, fatto di un broccato riccamente decorato e la corona l artista cala il dipinto nel gusto inglese di metà Ottocento. La lampada portata dal Cristo simboleggia la luce spirituale, l unica capace di penetrare l oscurità della mancanza di fede. 31. William Holman Hunt, La luce del mondo, 1851-1853, olio su tela, 49,8x26,1 cm. Manchester, Manchester Art Gallery. 74 Ford Madox Brown: l outsider della confraternita Abilissimo disegnatore, Ford Madox Brown (Calais 1821-Londra 1893) fa il suo esordio alla Royal Academy nel 1840 e tre anni più tardi presenta un cartone al concorso per la decorazione del Palazzo di Westminster. Queste prime prove suscitano l ammirazione di Rossetti che si propone come suo mentore, aprendogli così il contatto con gli artisti preraffaelliti. Benché Madox Brown non abbia mai ufficialmente aderito alla confraternita, le sue scelte stilistiche ne fanno a pieno titolo un seguace della nuova scuola pittorica vittoriana. Lo testimonia Chaucer alla corte di Edoardo III (32) nel quale il celebre scrittore inglese Geoffrey Chaucer è immaginato mentre decanta i propri versi davanti all ormai anziano monarca e alla sua corte estasiata. Disponendo le figure in primo piano in cerchio, per altro alcune di spalle, l artista fa sì che l osservatore

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Dal Neoclassicismo ai giorni nostri