DOSSIER: Green Coca-Cola bottles

Andy Warhol l opera Green Coca-Cola bottles 1962 olio su tela, 208,9x144,8 cm New York, Whitney Museum of American Art Il tempo e il luogo All inizio degli anni Sessanta, gli Stati Uniti d America vivono la fase finale di un epoca di grande espansione economica, coincidente con le presidenze di Dwight Eisenhower e di John Fitzgerald Kennedy. La città di New York è il centro propulsore di gran parte di questo fenomeno ed è in questo periodo che Warhol realizza le prime opere raffiguranti oggetti di consumo della società di massa. La descrizione e lo stile La Coca-Cola, con la sua caratteristica bottiglia, è la bevanda simbolo per più generazioni di americani. In questa grande tela viene riprodotta decine di volte con un intento simile a quello dei messaggi commerciali che ripropongono ossessivamente al mercato l immagine del prodotto da acquistare. L oggetto è quindi replicato in modo seriale e perfettamente ordinato, seguendo un preciso schema geometrico e riecheggiando la progressione della produzione industriale. La grafica è semplice ed essenziale e, esattamente come accade nei cartelloni pubblicitari, alla base della composizione è fedelmente riportato il marchio del prodotto. i La Pop Art, un fenomeno inizialmente anglosassone, si diffonde rapidamente negli altri Paesi occidentali. Mario Schifano è uno dei suoi massimi rappresentanti italiani e, come Warhol, sceglie di raffigurare l icona commerciale della Coca-Cola. Tuttavia, diversamente dall artista americano che replica la bottiglia in maniera ossessiva, Schifano si concentra sull importanza del marchio della bevanda, sui caratteri della scritta e sul distintivo colore rosso. Tali elementi invadono in modo totalizzante la tela e in maniera emblematica sovrastano la silhouette di un piccolo uomo delineata in primo piano. Mario Schifano, Coca-Cola, 1972, tecnica mista su tela, 205,5x200 cm. Rovereto, MART (in deposito da collezione privata). 443

Dossier Arte - volume 3 
Dossier Arte - volume 3 
Dal Neoclassicismo ai giorni nostri