Dossier Arte - volume 3 

I maestri e i movimenti del secondo Novecento Arte programmata e cinetica Enzo Mari Un altro protagonista dell Arte programmata è Enzo Mari (Novara 1932), che realizza la sua Struttura n. 386 (58) con lo scopo di esplorare le ambiguità percettive degli ambienti costruiti. L opera è una sorta di modello spaziale, dove griglie di listelli lignei sono schierate in profondità con progressivi slittamenti verticali o laterali. In questo modo si creano celle prospettiche che possono essere apprezzate osservando la struttura frontalmente o da diverse angolazioni oblique. Ancora una volta l espressione artistica è frutto di un processo razionale che necessita di una verifica empirica ma, soprattutto, è concepita per stimolare la percezione attiva e partecipativa dello spettatore. Sin dagli inizi della sua attività Mari declina questo tipo di approccio anche nel settore del design, ideando oggetti semplici e alla portata di tutti che chiedono agli utenti di intervenire nella loro configurazione. Il calendario perpetuo Timor (59) è un esempio di tali prodotti: per utilizzarlo ogni fruitore deve infatti programmarlo progressivamente e ciclicamente nel tempo, ruotando le fascette dei giorni e dei mesi fino a ottenere la data giusta. 58. Enzo Mari, Struttura n. 386, 1957, legno e metallo, 80x63x18 cm. Milano, Museo del Novecento. 59. Enzo Mari, Calendario perpetuo Timor per Danese, 1966, ABS e PVC litografato, 17x9x16 cm. 60. Dadamaino, Oggetto ottico dinamico n. 1, 1963, legno, alluminio fresato e nylon, 96x96x20,5 cm. Milano, Museo del Novecento. Dadamaino La rilevanza della relazione con lo spettatore e della dimensione temporale sono centrali anche per Dadamaino (pseudonimo di Eduarda Emilia Maino, Milano 1930-2004) autrice dell Oggetto ottico dinamico n. 1 (60). Il titolo del tutto asettico descrive perfettamente la realizzazione che è ancora una volta priva di qualsiasi connotazione narrativa o simbolica. Una cassa di legno nero, appesa al muro, costituisce il telaio per tendere un orditura di fili di nylon; su questi ultimi sono disposte piccole lamine di alluminio, a creare una texture geometrica modulare dalle forti valenze ottiche. Le condizioni dell ambiente modificano nel tempo l immagine dell opera: infatti, grazie alla loro superficie riflettente e alla libertà di compiere lievi oscillazioni sui fili, le tessere metalliche restituiscono le variazioni luminose e registrano gli spostamenti d aria causati dagli spettatori. 437

Dossier Arte - volume 3 
Dossier Arte - volume 3 
Dal Neoclassicismo ai giorni nostri