Dossier Arte - volume 3 

Il Neoclassicismo Jean-Auguste-Dominique Ingres segnare di Ingres, una dote che oltre ad avergli permesso di entrare nell atelier di David, gli sarà di grande utilità a Roma nello studio dei maestri rinascimentali e sarà la base per lo sviluppo di opere impegnative. Come egli stesso scrisse, «il disegno comprende i tre quarti e mezzo di ciò che costituisce la pittura . „ Il sogno di Ossian Appartiene al periodo romano anche Il sogno di Ossian (33), un dipinto certamente neoclassico per la matrice disegnativa ben definita, il controllo delle passioni, la trattazione pudica dei nudi; al contempo, tuttavia, il forte contrasto luministico e il tema stesso il sogno di un personaggio dell epopea gaelica lo avvicinano a una sensibilità romantica. evidente inoltre come a Roma Ingres abbia avuto occasione di ammirare dal vero le Stanze di Raffaello in Vaticano, in particolare l episodio della Liberazione di san Pietro da cui recupera la soluzione del controluce e delle figure di spalle. La fascinazione orientalista Tra il 1813 e il 1814 Ingres realizza almeno cinque dipinti per Gioacchino e Carolina Murat, i reali di Napoli, tra i quali la conturbante Grande odalisca (34) del 1814, certamente eseguita come corrispondenza di un primo dipinto realizzato per il re nel 1808 nel quale il soggetto è sempre un odalisca ma dormiente. L esperienza romana permette all artista di prendere le distanze dall accademismo per risolvere il nudo secondo la rielaborazione di mo34. Jean-Auguste-Dominique Ingres, La grande odalisca, 1814, olio su tela, 91x162 cm. Parigi, Museo del Louvre. delli rinascimentali, con un particolare riguardo per le Veneri tizianesche e la pittura manierista in generale. „ La grande odalisca La scelta di un soggetto orientale, come un odalisca, incide sul carattere sensuale del dipinto. La donna è ritratta completamente nuda, di spalle, mentre volge lo sguardo all osservatore, senza la malizia delle Veneri cinquecentesche e con un volto che presenta ancora un idealità neoclassica. L orientalismo di Ingres non ha basi scientifiche l artista non si è mai recato in Africa, come per esempio farà Delacroix ma è una costruzione dell immaginazione nutrita di letture e riproduzioni abbinate a suggestioni rinascimentali. Il turbante indossato dalla donna è, non a caso, una rielaborazione del copricapo della Fornarina di Raffaello. Il nudo è volutamente sproporzionato, tanto che i detrattori arrivarono a parlare di un evidente eccesso di vertebre. Lo squilibrio della figura è invece voluto ed è lo strumento con cui Ingres disattende la norma accademica. Il suo modello ora non è più l armonia classica ma l anomalia del manierismo italiano, un riferimento che appare evidente anche nella resa del seno, completamente innaturale, e dalla ricchezza decorativa della stanza. La grande odalisca divenne celeberrima a partire dal 1826, quando JeanPierre Sudre ne realizzò una grande litografia assicurando la diffusione del modello di nudo ingressiano in tutta Europa . Con grande maestria l artista raffigura la delicatezza del corpo, la morbidezza della pelliccia, la luminosità delle sete, il ventaglio con le piume di pavone, mantenendo comunque il rigore del disegno. 37

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Dal Neoclassicismo ai giorni nostri