La fiaba, il colore, la forma

8 L arte tra le due guerre La fiaba, il colore, la forma Marc Chagall Nel 1911 arriva alla Ruche dalla Russia Marc Chagall (Vitebsk 1887-Saint-Paul-de-Vence 1985); soggiornerà a Parigi sino al 1914, vivendo in condizioni di estrema povertà. Racconta Dan Franck: «Chagall fa la vita dell esiliato. Lavora solo, sino a tardi [ ]. Dipinge nudo, non si lamenta mai. Il lunedì mangia una testa di aringa, il martedì una coda, gli altri giorni della settimana croste di pane . Parigi lo seduce per il variegato clima culturale e la possibilità di approfondire la pittura ottocentesca da Courbet a Manet a Delacroix e contemporanea. colpito dalla scomposizione formale cubista e dal colore fauve, soprattutto nella sintesi proposta dal Cubismo orfico di Delaunay, ma coniuga queste suggestioni formali con il proprio patrimonio culturale d origine, alimentato dai ricordi dell infanzia e dalle atmosfere fantastiche dei racconti della tradizione popolare ebraica: un mondo popolato da capre, asini, galli e uccelli, violinisti e acrobati, in cui ciascun soggetto è depositario di una specifica simbologia e di un peculiare significato. „ Il violinista Tra i primi soggetti presenti nella sua pittura all arrivo a Parigi, che attestano la malinconia e la nostalgia provata per l abbandono della propria terra d origine, troviamo Il violinista (17). Si tratta del primo dipinto di una lunga serie dedicata a questa figura mitica, che rappresenta l ebreo errante, e che ac- compagna i vari momenti della vita: è presente al momento della nascita, del matrimonio e del funerale. Il vecchio violinista è collocato in primo piano accanto a un bambino che tiene tra le mani un cappellino per chiedere l elemosina. Sullo sfondo è rappresentata una casa in legno accanto alla quale è posta una coppia abbracciata. Sia gli abiti dei personaggi sia la casa rimandano direttamente a una scena della tradizione popolare russa, ma il colore acceso e i contrasti di luce trasportano questo soggetto di genere lontano dalla dimensione realista, avvolgendolo in un atmosfera magica e intensamente evocativa, in cui ciascun colore è usato in chiave simbolica. „ Il villaggio russo dalla luna Un esempio della particolare sintesi condotta da Chagall fra avanguardia e tradizione, fra cultura occidentale e universo fantastico orientale, si può individuare nel Villaggio russo dalla luna (18). L atmosfera è fantastica e visionaria, non solo per ciò che concerne il soggetto, ma anche per i colori magici e incantati come in un sogno. Nella composizione sono riuniti momenti diversi della vita del villaggio, intervallati da forme di colore quasi astratte, in quanto la composizione è scompartita in tasselli di colori racchiusi in imperfette forme geometriche sovrapposte, che declinano il motivo sintattico della griglia in una dimensione molto libera e personale. Nella parte inferiore è posto 17. Marc Chagall, Il violinista, 1911, olio su tela, 94,5x69,5 cm. D sseldorf, Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen. 340 18. Marc Chagall, Il villaggio russo dalla luna, 1911, olio su tela, 126x104 cm. New York, Collezione privata.

Dossier Arte - volume 3 
Dossier Arte - volume 3 
Dal Neoclassicismo ai giorni nostri