Dossier Arte - volume 3 

Carlo Carrà, L ovale delle apparizioni, 1918, olio su tela, 92x60 cm. Milano, Pinacoteca di Brera. Carrà: L ovale delle apparizioni Carrà, influenzato dalla vicinanza di De Chirico a Villa del Seminario, a Ferrara, fra il 1917 e il 1918 realizza alcune opere metafisiche che da un lato evidenziano l uso spregiudicato di elementi iconografici dechirichiani, ma dall altro permettono di mettere a fuoco le differenze fra i due artisti, anche in relazione alla loro diversa formazione. La scena dell Ovale delle apparizioni è collocata su un pavimento blu scanalato, come quello de Le muse inquietanti, ma qui la resa prospettico-spaziale è normalizzata rispetto a quella di De Chirico: l orizzonte tenuto più basso rende la composizione meno inquieta e turbata. Il tema della quinta prospettica intervallata da archi è qui sostituito da una costruzione posta sullo sfondo, ritmata da finestre cieche che trasformano l enigma in una più astratta e indefinibile malinconia. Il veliero, posto dietro alla costruzione architettonica, assume un valore quasi decorativo. In primo piano ritroviamo i tipici motivi iconografici dechirichiani del pesce e dei manichini, uno dei quali raffigura una tennista pietrificata. Rispetto ai contrasti di luce e ombra e ai colori forti e irreali di De Chirico, la tavolozza di Carrà si schiarisce, in un accentuazione della luminosità che conduce verso una normalizzazione della visione, meno segnata dal turbamento e dall enigma metafisici. 333

Dossier Arte - volume 3 
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Dal Neoclassicismo ai giorni nostri