Una nuova lettura dell’Antico

1 L Età Neoclassica Una nuova lettura dell Antico La scoperta di Pompei ed Ercolano Da alcuni reperti antichi scoperti nel 1718 nel sito di Ercolano prese avvio una vera campagna archeologica che, nel 1748, riportò alla luce anche i resti di Pompei distrutta dopo l eruzione del Vesuvio del 79 d.C. Gli scavi ci hanno restituito statue, arredi, gioielli, oggetti d uso e intere architetture decorate secondo il gusto romano del I secolo d.C. Pompei divenne quindi una delle tappe immancabili del Grand Tour, il viaggio alla scoperta dei capolavori artistici e paesaggistici italiani. Il soggiorno formativo in Italia era una pratica già nota all aristocrazia e all alta borghesia europea, ma nel Settecento le visite divengono più consapevoli. L approccio all Antico non è più approssimativo ma ha un carattere scientifico. Grazie anche agli studi di Winckelmann, architettura, pittura e scultura sono definite e studiate in base all evoluzione dello stile. 14 Oltre alla qualità meramente estetica, i monumenti antichi affascinano anche per l esempio morale da essi trasmesso: il viaggiatore settecentesco ammira l equilibrio di una statua classica o passeggia nel Pantheon (1) percependo anche il valore etico e civile della società che li aveva creati. La lezione di Winckelmann Johann Joachim Winckelmann (Stendal, Prussia 1717-Trieste 1768) è stato il massimo teorico del Neoclassicismo e, in un certo senso, il primo storico dell arte. Con una valida formazione scientifica e teologica alle spalle, egli trova un primo impiego a Dresda come bibliotecario. Dallo studio dei classici greci sviluppa le prime riflessioni sul valore esemplare dell arte antica, che pubblica nel 1755 con il titolo di Pensieri sull imitazione dell arte greca nella pittura e nella scultura. Winckelmann raccomanda l osservazione diretta del modello antico poiché questo è un esempio di «nobile semplicità e quieta grandezza : i due elementi indispensabili per il raggiungimento del Bello. Nel novembre di questo stesso anno si trasferisce a Roma dove, nel 1758, diviene il bibliotecario e curatore della raccolta d antichità del cardinal Alessandro Albani (Urbino 1692-Roma 1779). La collezione Albani di reperti antichi, conservata a Roma nell omonima villa sulla via Salaria, era tra le più importanti d Europa. Qui lo studioso tedesco trova una situazione ideale per intraprendere la stesura di numerosi saggi sull arte, tra cui il suo libro più noto, la Storia dell arte nell antichità. Iniziato nel 1756, il volume pubblicato a Roma nel dicembre 1763 (benché l autore lo dati 1764) è la prima opera di storia dell arte concepita con un metodo moderno: chiara nell impianto dei capitoli e con la precisa volontà di mostrare lo sviluppo evolutivo degli stili secondo un percorso cronologico. In base a elementi formali, Winckelmann individua quattro fasi dell arte antica: lo «stile primitivo , lo «stile grandioso incarnato da Fidia, lo «stile bello di cui Prassitele e Lisippo erano i massimi esponenti e il lungo periodo dello «stile d imitazione che aveva caratterizzato tutto il periodo romano. A Roma Winckelmann stringe amicizia con Anton Raphael Mengs, al quale il cardinale Albani affida la decorazione della volta della galleria della propria villa (2). Tra il 1760 e il 1761 l artista tedesco realizza un grande Parnaso in cui Apollo domina il centro della scena attorniato dalle muse. Il soggetto mitologico, i contorni ben definiti, l assenza di pathos ne fanno una delle opere più rappresentative del rinnovamento pittorico in senso neoclassico.

Dossier Arte - volume 3 
Dossier Arte - volume 3 
Dal Neoclassicismo ai giorni nostri