Dossier Arte - volume 3 

4 La stagione dell Impressionismo Il rapporto con l Impressionismo L anno successivo al ritratto di Zola, tra il 1869 e il 1870, su esortazione di Monet, Manet sperimenta la pittura en plein air prendendo come soggetto i frequentatissimi Giardini delle Tuileries. Ne risulta una serie d immediata freschezza che ha per soggetto la vita mondana parigina, che s impone come il nuovo tema che appassiona Manet negli anni Settanta. Lo testimoniano due capolavori: Nanà, ritratto di una celebre prostituta creata dalla penna di Zola (1877) e il Bar delle Folies-Bergère (1881-1882). Nanà Respinto dalla giuria del Salon poiché il soggetto, per quanto d invenzione letteraria, viene ritenuto troppo esplicito, Nanà (3) vede come protagonista una donna che, vestita appena della sua biancheria, lancia uno sguardo malizioso verso l osservatore. La presenza di una toeletta, la veste abbandonata sulla sedia e l uomo in abito borghese all estremità del dipinto sono i dettagli con cui Manet vìola l intimità della stanza e che al contempo donano alla scena l immediatezza di una fotografia istantanea. L abbondanza dell ocra ammanta la stanza di una luminosità calda che ne amplifica l atmosfera suadente. I bianchi sono intensi e, contemporaneamente, ombreggiati di grigio: lezione che il gruppo degli impressionisti apprende proprio da Manet. L ambiente è descritto con una pennellata furtiva e rapida, che coglie l attimo della luce, e al contempo è attenta ai dettagli, mettendo a fuoco la decorazione della parete di fondo e i delicati fiorellini ricamati sulle calze di Nanà. Rispetto all Olympia, il tema della prostituzione è in questo caso meno esplicito e, al pari di Zola, è affrontato senza alcun moralismo. Bar delle Folies-Bergère Che le case di tolleranza facessero parte della dissoluta quotidianità parigina lo dimostra anche la vita notturna immortalata nel Bar delle Folies-Bergère (4), locale alla moda della capitale. La giovane barista osserva lo spettatore con uno sguardo malinconico e assente; le mani appoggiate al bancone in marmo le conferiscono una posa colloquiale. In primo piano Manet dipinge una natura morta che è già pienamente impressionista: le bottiglie di alcolici, le due rose infilate nel bicchiere e l alzatina in cristallo con la frutta sono un prodigio di vivacità pittorica. Della gente che gremisce il locale si ha percezione solo attraverso il riflesso dello specchio alle spalle della donna, lo stesso che rivela il volto del cliente. Manet gioca su due livelli della visione, che corrispondono a due differenti soluzioni tecniche all interno dello stesso dipinto: il primo piano, affidato a una pennellata indagatrice e narrativa, e la scena riflessa, resa invece per rapidissimi tocchi di materia cromatica. Lo specchio apre lo sguardo sul locale gremito di gente e illuminato da un grande lampadario di cristallo in contrapposizione con le più moderne appliques rotonde. Nel riflesso il disegno si frantuma, le forme sfumano al limite del non-finito. Il Bar delle FoliesBergère è una prova della maturità artistica di Manet che, pur nell immobilità dei protagonisti, attraverso una pittura frammentata restituisce l ambiente caotico dei locali parigini, tanto da sfiorare l onomatopea visiva: il dipinto è rumoroso . Manet lo realizza quando ormai ha contratto la sifilide che gli ha quasi paralizzato gli arti inferiori, costringendolo a dipingere in condizioni assai dure. La tela, presentata al Salon del 1882, può dunque essere considerata il testamento pittorico dell artista. 3. douard Manet, Nanà, 1877, olio su tela, 154x115 cm. Amburgo, Kunsthalle. 4. douard Manet, Bar delle Folies-Bergère, 1881-1882, olio su tela, 96x130 cm. Londra, Courtauld Institute Galleries. 128

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Dal Neoclassicismo ai giorni nostri