Donne di Algeri nei loro appartamenti
Contando su un compiacimento voyeuristico dell’osservatore, Delacroix immortala l’interno di un harem,
luogo segreto per eccellenza e vietato agli uomini. In un ambiente raccolto sono raggruppate quattro
donne, due sedute vicine intente a chiacchierare, una serva probabilmente tenuta in disparte e una
figura distesa sulla sinistra che fissa l’osservatore concedendogli di condividere l’esperienza di
un luogo proibito. I toni sono volutamente scuri, la luminosità è bassa ma diffusa, proprio ad accentuare
il senso di raccolta. Grazie ai numerosi dettagli, descritti con puntiglio, l’artista ricostruisce
un’ambientazione verosimilmente orientaleggiante: le maioliche alle pareti, restituite con una pennellata
eccezionalmente luminosa, i costumi e i gioielli indossati dalle donne, i grandi cuscini di lana
ricamati, la sovrapposizione di tappeti orientali, il narghilè e le calzature dalla foggia turca
abbandonate sottolineano l’intima confidenza tra le donne. La rappresentazione dell’harem è talmente
puntuale che Charles Baudelaire, poeta e critico d’arte, parlerà di questo dipinto come di «un piccolo poema d’interni».