Il termine “Orientalismo” identifica un genere di pittura, sviluppatosi a partire dalla fine del Settecento
in Francia, che avrà ampia diffusione in Europa per tutto l’Ottocento, con qualche propaggine nel
primo Novecento.
Fin dall’inizio del Settecento, in Europa, serpeggiava una certa fascinazione per ciò
che proveniva dall’Oriente: nel 1715, per esempio, venne tradotta in francese la
celebre raccolta di racconti Le Mille e una notte. È però solo a seguito della spedizione napoleonica
in Egitto (1798) che si può davvero parlare di un vero movimento orientalista, che porta scrittori e artisti a
essere sedotti dalla componente misteriosa e sensuale intrinsecamente legata agli oggetti e ai soggetti
provenienti dall’Africa, in particolare d’area magrebina.
Tra gli orientalisti vanno distinti coloro che hanno visitato realmente l’Africa e coloro che l’hanno
solo immaginata: esistono cioè un Orientalismo che nasce da un’esperienza diretta e personale e un
altro che ha basi principalmente letterarie e, successivamente, fotografiche. Chi è stato in Oriente
torna con racconti, ricordi e soprattutto con oggetti esotici che divengono preziose curiosità e
materiali di scambio, come nel caso del Copricapo caucasico che Auguste Borget (Issoudun 1808-Bourges
1877), artista e viaggiatore, presta a Delacroix affinché questi lo possa raffigurare. Il piccolo
dipinto è uno studio, forse da inserire in un’opera più articolata, che testimonia il precoce interesse
dell’artista per i soggetti orientali.
L’Orientalismo non può intendersi come una vera scuola di pittura, quanto piuttosto una suggestione
che spesso seduce gli artisti solo in brevi fasi della loro carriera, come nel caso di Ingres, Delacroix
o persino di un accademico come Jean-Léon Gérôme (Vesoul 1824-Parigi 1904). Sono dipinti molto amati
sul mercato, proprio per la sensualità dei soggetti che incarnano quanto di più distante si possa
immaginare dalle noiose convenzioni borghesi.
Anche la scultura orientalista predilige soggetti esotici, che spesso impreziosisce con soluzioni
polimateriche. Al Salon parigino del 1848, anno in cui fu abolita la schiavitù in tutte le colonie
francesi, è accolto con entusiasmo il Nero del Sudan dello scultore
Charles Cordier (Cambrai 1827-Algeri 1905), un gesso ben modellato, che viene acquistato
per essere fuso nel bronzo sia dal Ministero parigino sia dalla regina Vittoria d’Inghilterra. Gli
acquirenti, come il pubblico del Salon, furono conquistati dalla modellazione
raffinata e dal fascino esotico esercitato dal soggetto.
L’Orientalismo italiano, più tardivo rispetto alla Francia, ha il suo maggior
esponente in Alberto Pasini (Busseto 1826-Cavoretto 1899). L’artista parmigiano
viene iniziato all’Orientalismo nel 1854 dal collega francese Théodore Chassériau (Samaná 1819-Parigi
1856), con cui perfeziona anche la pittura a olio, tecnica indispensabile per rendere con vivacità
le luci e gli scorci della Persia, della Turchia, della Siria e dell’Egitto.
FOCUS: L’Orientalismo, un fenomeno europeo
FOCUS
L’ORIENTALISMO: UN FENOMENO EUROPEO
Dossier Arte - volume 3
Dal Neoclassicismo ai giorni nostri