Dossier Arte - volume 3 

   10.  IL CONTEMPORANEO >> Temi e sperimentazioni di un’arte in divenire

Massimiliano Fuksas

In avvio del terzo millennio l’architettura è suggestionata dall’elevata mobilità fisica e mentale della vita contemporanea e dagli scenari economici e culturali in continua mutazione del mondo globale. La lezione decostruttivista di Frank Gehry, con le sue sorprendenti linee oblique e incurvate, è stata la prima a intercettare tali fenomeni, e oggi viene rielaborata con declinazioni diverse da architetti che progettano forme fluide e dinamiche, spesso totalmente svincolate dalla funzione degli edifici e disegnate grazie all’apporto determinante del computer. Tra questi spicca l’italiano Massimiliano Fuksas (Roma 1944).

Nuova Fiera di Milano

Fuksas è autore della Nuova Fiera di Milano, realizzata nell’hinterland del capoluogo lombardo al posto di una raffineria dismessa. La scelta di costruire la struttura è determinata dall’inadeguatezza di una sede fieristica esistente, ormai piccola e datata. Nel nuovo enorme complesso un percorso centrale sopraelevato, lungo quasi un chilometro e mezzo, permette di raggiungere i padiglioni espositivi, disposti simmetricamente su entrambi i lati. La copertura (19-20) di questo elemento distributivo è costituita da strutture metalliche reticolari ricoperte di vetro a formare un nastro fluido, articolato in impreviste variazioni altimetriche che ricordano onde, rigonfiamenti e profondi crateri.

Zaha Hadid

L’anglo-irachena Zaha Hadid (Baghdad 1950) appartiene alla stessa generazione di Fuksas. Dopo aver studiato nel Regno Unito si afferma come progettista di rilievo internazionale nei primi anni Novanta, firmando importanti edifici pubblici in tutto il mondo. La sua architettura interpreta l’era digitale e i concetti di velocità e dinamismo connaturati alla società attuale.

Hotel Puerta America

La realizzazione dell’Hotel Puerta America di Madrid vede il coinvolgimento di diciannove studi di architettura di rilevanza mondiale, impegnati ciascuno nella realizzazione di un piano. Il primo spetta alla Hadid, che disegna interni monocromatici dalle superfici sinuose e complesse (21). Sin dalla lobby e dal corridoio l’architetto dà corpo a una sorta di spazialità liquida in cui le pareti e le porte sono modellate plasticamente, senza soluzione di continuità, secondo curve irregolari. Nelle camere e nei bagni anche gli arredi si configurano come vere e proprie estroflessioni dei muri o dei pavimenti e l’ospite si sente al centro di un’inusuale atmosfera immersiva.

Dossier Arte - volume 3 
Dossier Arte - volume 3 
Dal Neoclassicismo ai giorni nostri