New Dada

   9.  DAL DOPOGUERRA ALLA FINE DEL NOVECENTO >> I maestri e i movimenti del secondo Novecento

New Dada

Negli Stati Uniti degli anni Cinquanta si assiste a una progressiva ripresa di attenzione nei confronti dell’arte dadaista degli anni Dieci. Momenti fondamentali di questo processo sono la pubblicazione nel 1951 del volume The Dada Painters and Poets: an Anthology e la mostra del 1953, intitolata Dada 1916-1923 e allestita presso la Sidney Janis Gallery di New York. L’interesse per il Dadaismo si basa sulla ricerca di una forma d’arte che riesca a rapportarsi in maniera diretta con il quotidiano, utilizzando oggetti privi di valore e materiali ordinari, magari di recupero. Questo concetto, all’epoca estremamente innovativo, è alla base della nascita del movimento New Dada.

Jasper Johns

Jasper Johns (Allendale, Carolina del Sud 1930), che vive e opera a New York, è considerato uno dei principali esponenti di questa corrente.

Flag

Al 1954 risale la realizzazione di Flag (46), un’opera eseguita dall’artista mediante una tecnica complessa che mescola la pittura a olio, il collage e l’encausto, cioè la stesura di colori diluiti nella cera fusa. Il dipinto rappresenta fedelmente la bandiera statunitense dell’epoca e genera fin dall’inizio nella critica un interrogativo fondamentale: si tratta di un vero vessillo o di una sua riproduzione? Lo stile regolare e schematico simula l’effettiva presenza della bandiera ma, a ben guardare, le stelle e le strisce mostrano leggere irregolarità e sbavature; inoltre, sotto le campiture di colore, si intravedono pezzetti di giornali dell’epoca, inseriti da Johns a dimostrazione della sua attenzione nei confronti dei mezzi di comunicazione di massa.

Target with Four Faces

Anche in Target with Four Faces (47) l’autore riproduce un elemento estremamente comune e di elevata visibilità: si tratta di un bersaglio da tiro a segno, reso ancora una volta materico e vibrante dall’utilizzo della tecnica mista dell’encausto su collage. Sopra ai cerchi concentrici Johns inserisce una scatola lignea che contiene quattro calchi parziali di un volto, ritratto in differenti occasioni, a distanza di mesi. Tuttavia a rimanere protagonista è il bersaglio, con i suoi colori squillanti e la sua geometria elementare, e queste presenze umane, nella loro inespressività, servono solo a rafforzare l’ oggettualità della rappresentazione. Esse infatti non comunicano alcun messaggio o alcuna emozione (la scelta di non mostrare gli occhi, di per sé la parte più espressiva del viso, va proprio in questa direzione) e possono essere addirittura negate abbassando il coperchio della scatola.

Dossier Arte - volume 3 
Dossier Arte - volume 3 
Dal Neoclassicismo ai giorni nostri