Philip Johnson

   9.  DAL DOPOGUERRA ALLA FINE DEL NOVECENTO >> I maestri e i movimenti del secondo Novecento

Philip Johnson

Attraverso il Novecento, oltre il moderno

Una vita durata quasi un secolo e un’intensa presenza nei momenti decisivi del dibattito architettonico del suo tempo hanno garantito a Philip Johnson (Cleveland 1906-New Canaan 2005) una carriera lunga e significativa, che con vivacità e spregiudicatezza ha declinato i principali linguaggi estetici e costruttivi del Novecento. Apprezzato e allo stesso tempo criticato da molti detrattori, questo camaleontico architetto americano rimane ancora oggi una figura controversa, che merita di essere analizzata per la sua straordinaria capacità di decantare e riverberare, come in un gioco di specchi, icone pregresse e forme innovative, decostruite e rimontate in maniera inedita con atteggiamento ludico e simbolista.

Glass House

Trionfo del modernismo minimalista, la Glass House (36) è progettata da Johnson all’inizio della sua esperienza professionale. La casa è una grande scatola in ferro e vetro, chiaramente ispirata alle architetture di Gropius e Mies van der Rohe. Il volume è puro; i materiali sono innovativi e il sistema costruttivo è razionale; le funzioni sono dislocate all’interno in uno spazio continuo, liberato dalla presenza di muri e pilastri.

Sheldon Memorial Art Gallery

Emblematica di una stagione diversa è la Sheldon Memorial Art Gallery (37), in cui il progettista abbandona l’integralismo modernista della Glass House per recuperare la regola classica di un ordine architettonico reinterpretato, e stilizzato, in chiave novecentesca. L’edificio museale è caratterizzato infatti da un’elegante facciata in travertino romano, articolata da un disegno a rilievo che ricorda la sequenza costituita da stilobate, colonne e architrave. Questa concatenazione di membrature crea, secondo le parole dello stesso Johnson, «quella terza dimensione che manca all’architettura moderna più recente».

AT&T Building

Successivamente, dopo aver attraversato i codici del Razionalismo e i processi di sintesi di un nuovo classicismo, l’architetto approda alla cultura commerciale e massmediologica di fine secolo con l’AT&T Building (38) di New York. In questo caso Johnson utilizza la tipologia ormai collaudata del grattacielo per lanciare il messaggio puramente formale di un’architettura che ha ormai superato l’impegno ideologico e sociale del Movimento Moderno. Così, con il suo grande arco d’ingresso e il coronamento che reinterpreta il tema ellenistico e rinascimentale del frontone spezzato, l’AT&T mescola suggestioni e citazioni storicistiche, materializzando nella metropoli contemporanea un paradigma fondamentale della post-modernità.

Dossier Arte - volume 3 
Dossier Arte - volume 3 
Dal Neoclassicismo ai giorni nostri