Dossier Arte - volume 3 

   1.  L’ETÀ NEOCLASSICA >> Il Neoclassicismo

La ritrattistica

Nel 1793 Juliette Bernard, a soli 15 anni, sposa Jacques Récamier, di circa trent’anni più anziano. Stando ai pettegolezzi egli era in realtà il padre naturale della ragazza che, con il matrimonio, ne sarebbe divenuta l’erede senza troppi scandali. Bella e mondana, Juliette Récamier diviene l’animatrice di uno dei più noti salotti parigini, in una magnifica dimora decorata da Pierre Fontaine e Charles Percier, gli stessi architetti della Malmaison.

Ritratto di Madame Récamier

Nel 1800 chiede a David di ritrarla (30) seduta su un elegante sofà neoclassico, con indosso un abito stile impero e con il taglio di capelli “à la Titus”, corti, secondo la moda d’inizio secolo. Ancora una volta l’artista rinuncia alla descrizione dell’interno: la stanza diviene una sorta di scatola monocroma al centro della quale colloca il sofà su cui è sdraiata la Récamier in una posa alquanto inconsueta. La donna infatti è pressoché di spalle e volge solo il volto all’osservatore, un trucco che accentua l’intimità del ritratto, come se qualcuno entrasse nella stanza e la cogliesse di sorpresa. Unico altro pezzo d’arredamento è l’esile braciere .

Al servizio di Napoleone

Il 2 dicembre 1804 David è tra il pubblico della cerimonia d’incoronazione di Napoleone con lo scopo di annotare puntigliosamente ogni dettaglio che avrebbe in seguito animato l’immensa tela realizzata come testimonianza storica dell’evento. È l’artista stesso a ricordare come «Sua Maestà fece fare espressamente per me e la mia famiglia una loggia, dalla quale io potessi osservare bene la funzione e avessi modo con agio di raffigurarla con la massima fedeltà. Io vi disegnai l’insieme direttamente dal vivo […], scrissi degli appunti per ciò che non feci in tempo a disegnare». Il dipinto, di quasi dieci metri di base, costò quattro anni di lavoro a David, e quando apparve, al Salon del 1808, fu l’evento artistico dell’anno. Napoleone ne fu talmente soddisfatto che conferì all’artista il riconoscimento della Legione d’Onore.

Incoronazione di Napoleone e Giuseppina

Il carattere cronachistico del dipinto (31) obbliga l’artista a una pittura lenticolare, attenta a ogni dettaglio: dall’abbigliamento dei presenti agli arredi dell’interno della Cattedrale di Notre-Dame di Parigi. Pur nella delicatezza di una luce diffusa, prevalgono l’opulenza dell’oro, il carminio dei velluti e il candore dell’ermellino. David organizza la scena in maniera estremamente salda: il centro focale è rappresentato dal neoimperatore nell’atto d’incoronare Giuseppina in ginocchio di fronte a lui mentre le damigelle, la contessa de la Rochefoucauld e Madame Lavalette, le reggono lo strascico. David si autoritrae al centro, in seconda fila, subito dietro la madre dell’imperatore che, come anche il cardinal Caprara seduto sotto l’altare, non era realmente presente all’evento. Napoleone li vuole ugualmente nel dipinto perché l’una è l’emblema dell’amor filiale e l’altro segna la definitiva sottomissione delle istituzioni ecclesiastiche al potere civile. Gli altri rappresentanti della Chiesa presenti nel dipinto sono papa Pio VII, allora costretto a risiedere in Francia, e il cardinal Braschi, del quale David descrive puntigliosamente i preziosi abiti ricamati. Tutti gli altri personaggi invece sono delineati con la precisione e la freschezza del ritratto dal vero, tanto che si racconta come lo stesso Napoleone, a distanza di anni, si compiacesse di poter riconoscere i presenti. David crea un vuoto scenico tra la folla al centro del dipinto in maniera che lo sguardo dell’osservatore, al pari di quello dei presenti, si rivolga ai due protagonisti. I quattro personaggi di spalle, nella penombra, sulla destra del quadro, hanno la stessa funzione: accompagnare lo sguardo verso il fulcro della tela.

Dossier Arte - volume 3 
Dossier Arte - volume 3 
Dal Neoclassicismo ai giorni nostri