Incoronazione di Napoleone e Giuseppina
Il carattere cronachistico del dipinto (31) obbliga l’artista a una pittura lenticolare, attenta a ogni dettaglio: dall’abbigliamento dei presenti agli arredi dell’interno della Cattedrale di Notre-Dame di Parigi. Pur nella delicatezza di una luce diffusa, prevalgono l’opulenza dell’oro, il carminio dei velluti e il candore dell’ermellino. David organizza la scena in maniera estremamente salda: il centro focale è rappresentato
dal neoimperatore nell’atto d’incoronare Giuseppina in ginocchio di fronte a lui mentre le damigelle, la contessa de la Rochefoucauld e Madame Lavalette, le reggono lo strascico. David si autoritrae al centro, in seconda fila, subito dietro la madre dell’imperatore che, come anche il cardinal Caprara seduto sotto l’altare, non era realmente presente all’evento. Napoleone li vuole ugualmente nel dipinto perché l’una è l’emblema dell’amor filiale e l’altro segna la definitiva sottomissione delle istituzioni ecclesiastiche al potere civile. Gli altri rappresentanti della Chiesa presenti nel dipinto sono papa Pio VII, allora costretto a risiedere in Francia, e il cardinal Braschi, del quale David descrive puntigliosamente i preziosi abiti ricamati. Tutti gli altri personaggi invece sono delineati con la precisione e la freschezza del ritratto dal vero, tanto che si racconta come lo stesso Napoleone, a distanza di anni, si compiacesse di poter riconoscere i presenti. David crea un vuoto scenico tra la folla al centro del dipinto in maniera che lo sguardo dell’osservatore, al pari di quello dei presenti, si rivolga ai due protagonisti. I quattro personaggi di spalle, nella penombra, sulla destra del quadro, hanno la stessa funzione: accompagnare lo sguardo verso il fulcro della tela.