Verso il Cubismo
Una nuova svolta nella ricerca di Picasso si ha nel 1906, quando l’artista passa l’estate a Gosol, un paesino nella valle di Andorra in Spagna, dove rimane sedotto dal fascino della scultura iberica.
Una nuova svolta nella ricerca di Picasso si ha nel 1906, quando l’artista passa l’estate a Gosol, un paesino nella valle di Andorra in Spagna, dove rimane sedotto dal fascino della scultura iberica.
L’artista dipinge alacremente, semplificando le forme e i volumi: le figure – che ricordano la robustezza degli antichi koùroi e kòrai della Grecia arcaica, saldi nel portamento e nelle proporzioni – rappresentano un’umanità semplice e serena. Come si può osservare in Donna con bambino e capra (24), le figure, rappresentate a proprio agio nella loro nudità, si stagliano nitide sullo sfondo giallo sabbia e oro della tenda e il pavimento rossastro. La donna, che esce dalla cortina pettinandosi i capelli con naturalezza, è accompagnata da un bambino con un’anfora sulla testa e da una capra: il piccolo corteo ricorda una processione dionisiaca con la dea che incede elegante, scortata dall’animale e da un amorino.
Durante l’estate a Gosol, Picasso porta avanti un’opera iniziata qualche mese prima, il Ritratto
di Gertrude Stein (25), scrittrice e sua collezionista in quei difficili anni di
precarietà. Al ritorno a Parigi termina il dipinto, attuando una profonda semplificazione e superando
i retaggi simbolisti che ancora caratterizzavano la ricerca dei periodi blu e rosa. La tavolozza
vira verso le gamme terrose degli ocra; sono assenti i dettagli decorativi e descrittivi
e il volto della donna è restituito in tutta la sua evidenza plastica. La dimensione descrittivo-naturalistica
si evolve in una sintesi plastica memore tanto della lezione cézanniana quanto della seduzione proveniente
dalla scultura primitiva iberica.
Se il Ritratto di Gertrude Stein segna dunque una svolta, è con Les
Demoiselles d’Avignon (► pp. 266-267), realizzato nel 1907, che Picasso rivoluziona i paradigmi formali
ed estetici della pittura del Novecento, sconvolgendo la spazialità dell’opera attraverso la moltiplicazione
dei punti di vista, spezzando e frantumando le forme che appaiono come scolpite nel legno. Proprio
allora l’artista scopre la scultura africana dando avvio a quello che la critica ha definito il “periodo
negro” o “protocubista” di Picasso.
Dossier Arte - volume 3
Dal Neoclassicismo ai giorni nostri