La riforma delle Accademie

   1.  L’ETÀ NEOCLASSICA >> Il Neoclassicismo

La riforma delle Accademie

Il Settecento è il secolo di massimo prestigio per le Accademie europee. In un clima di generale canonizzazione della pratica artistica, e spesso per iniziativa di sovrani illuminati, nascono numerose Accademie italiane: a Bologna nel 1706 (Accademia Clementina), a Venezia nel 1750, a Napoli nel 1752, a Parma nel 1757, a Verona nel 1764, a Milano nel 1776. Anche quelle più antiche si adeguano a un percorso di studi più definito, che prevede corsi di pittura, scultura e architettura basati sia sulla pratica sia su insegnamenti storici e teorici. Nel percorso formativo viene inserita anche la classe di studio dal vero, ovvero lezioni di diverse ore impiegate nell’osservazione di un modello nudo, in carne e ossa, in differenti pose (16).
Nell’Ottocento gli artisti di maggiore fama accolgono nei loro atelier gli artisti più giovani in modo che possano apprendere dal confronto, sia col maestro sia con gli stessi colleghi. Nel 1812 Antonio Canova fonda una propria Accademia a Palazzo Venezia a Roma (17), dove gli artisti più meritevoli potevano rimanere per tre anni e formarsi attraverso l’attento studio della statuaria antica e dei gessi dello stesso Canova. Roma diviene anche la sede di numerose Accademie straniere, prima fra tutte per fondazione quella di Francia (1666), nate per ospitare gli studenti più meritevoli provenienti dalle Accademie dei loro Paesi.
Nella Roma d’inizio Ottocento opera anche Felice Giani (San Sebastiano Curone 1758-Roma 1823), artista capace di una personale interpretazione dei canoni neoclassici, che raccoglie sotto il nome di Accademia dei Pensieri un gruppo variegato di artisti invitati a confrontarsi su un medesimo tema per essere poi giudicati dal gruppo. L’informalità della gara rende gli autori più liberi e audaci nella ricerca di soluzioni originali, contribuendo in maniera sostanziale al rinnovamento figurativo da parte di artisti importanti, sia italiani che stranieri. Il dominio napoleonico condizionò le scelte delle due principali Accademie del Nord d’Italia (Milano e Venezia) le cui collezioni, sulle quali gli studenti erano invitati a confrontarsi per apprendere la pittura dai “maestri”, si arricchirono dei dipinti provenienti dalla confisca degli ordini ecclesiastici.

Dossier Arte - volume 3 
Dossier Arte - volume 3 
Dal Neoclassicismo ai giorni nostri