Andrea del Castagno

   1.  IL QUATTROCENTO >> Il primo Rinascimento

Andrea del Castagno

Andrea di Bartolo (Castagno, Mugello 1421 ca.-Firenze 1457), detto "del Castagno" dal luogo di nascita, si forma a Firenze, probabilmente a contatto con artisti quali Paolo Uccello e Domenico Veneziano (► p. 86). La prima commissione pubblica per il giovane pittore è l’affresco, oggi perduto, sulla facciata del Palazzo del Podestà (1440), che raffigurava coloro che erano stati condannati all’impiccagione come traditori: un incarico che gli varrà il nomignolo non troppo lusinghiero di "Andreino degli Impiccati". Lo stile di Andrea è caratterizzato da un linguaggio forte e a tratti aspro, con personaggi avvolti in panneggi pesanti e voluminosi che sembrano gonfiati dal vento e una luce brillante e chiara.

Refettorio di Sant'Apollonia 

Il capolavoro di Andrea, nel quale si rintraccia la sintesi più alta della sua arte, è costituito dagli affreschi nel refettorio del Convento di Sant’Apollonia a Firenze, eseguiti intorno al 1450. Nella parete di fondo della stanza, con la raffigurazione dell’Ultima cena (81), si apre illusionisticamente una scatola prospettica, rivestita di finti marmi preziosi intarsiati e definita rigorosamente da una delle prospettive rinascimentali più accurate. Le fisionomie corrucciate degli apostoli trasmettono il senso di un’atmosfera al tempo stesso tragica ed eroica. Il colore freddo e metallico esalta il disegno forte e flessibile, come non si era mai visto nell’arte fiorentina quattrocentesca, e fa apparire gli apostoli e Gesù quasi come sculture donatelliane trasposte in pittura.

Ciclo degli uomini e donne illustri 

Si tratta di una serie di affreschi, risalenti agli anni Quaranta del Quattrocento, oggi in parte staccati, realizzati in origine per la villa del gonfaloniere di giustizia fiorentino Filippo Carducci. Il ciclo è il più antico esempio pervenutoci di celebrazione degli uomini illustri in chiave profana, civile e umanistica: sono figure come condottieri militari, antiche regine, letterati di cui si esaltano le virtù morali. Se fino ad allora i soggetti di queste serie erano spesso tratti dalla Bibbia e dalla mitologia, dunque modelli astratti e fuori dal tempo, per il ciclo di villa Carducci, a parte le figure femminili, furono scelti personaggi del passato recente di Firenze, ancora vivi nella memoria. I soggetti sono visti di sotto in su, come statue in posizione eroica, in nicchie rettangolari dipinte con lo sfondo di un pannello di finto marmo. La figura di Pippo Spano (82), condottiero fiorentino che combattè in Ungheria, è composta da due triangoli uguali sovrapposti, creati dalle braccia con la spada orizzontale e dalle gambe divaricate con la base. La leggera torsione del busto anima la figura, che non appare schematicamente rigida, ma anzi sembra pronta a scattare da un momento all’altro .

Monumento equestre a Niccolò da Tolentino 

Nel 1456 Andrea del Castagno riceve l’incarico di dipingere nella Cattedrale di Firenze, accanto al Monumento a Giovanni Acuto di Paolo Uccello, quello dedicato a un altro condottiero dei fiorentini, Niccolò da Tolentino, vincitore nel 1432 della Battaglia di San Romano contro i senesi alleati del duca di Milano (83). Nella sua ultima opera documentata giunta fino a noi, Andrea tiene conto del "vero" monumento equestre scultoreo del Gattamelata compiuto a Padova da Donatello tra il 1447 e il 1453, ma soprattutto si uniforma complessivamente al vicino dipinto di Paolo Uccello. Rispetto all’asciutta severità di quest’ultimo, il cavaliere di Andrea sembra colto nel pieno di una parata sontuosa. Anche il basamento con il sarcofago si differenzia per la fedele imitazione di elementi decorativi e figurativi dell’arte antica, come il fregio a palmette che ricorre sia sulla cornice sia sul sarcofago e la grande conchiglia. Il carattere eroico-monumentale dell’opera - che in misura maggiore rispetto all’esemplare di Paolo Uccello appare una scultura dipinta - è accentuato dai due giovani reggiscudo ai lati, mentre il dinamismo è sottolineato dal mantello svolazzante del condottiero.

  › pagina 75   

   » il Punto su… 

GLI SVILUPPI DELLA PITTURA RINASCIMENTALE

  • La lezione di Masaccio è assimilata precocemente dai pittori fiorentini.
  • Beato Angelico (Guido di Pietro, 1395 ca.- 1455), frate dell'Ordine domenicano, si aggiorna in senso rinascimentale sull'esempio di Masaccio e di Ghiberti.
  • Per San Marco a Firenze esegue la pala per l'altare della chiesa (1438-1440) e decora ad affresco il convento e le celle dei frati (1440-1445).
  • Negli affreschi della Cappella Niccolina in Vaticano (1447-1448 ca.) il tono è più aulico e solenne.
  • Le opere di Paolo Uccello (1397-1475) sono caratterizzate da un'ossessione per la prospettiva che conferisce ad affreschi e tavole un carattere astratto, legato per alcuni aspetti alla cultura tardogotica.
  • Tra i suoi dipinti più noti è il ciclo di tre tavole sulla Battaglia di San Romano (1438) in cui il rigore prospettico coesiste con i colori irreali e il  tono fiabesco della narrazione. 
  • La pittura di Andrea del Castagno (1421 ca.-1457) è caratterizzata da una solida impostazione prospettica, da un modellato plastico e possente e da colori chiari e luminosi. 

  DOMANDE GUIDA
1. Quali sono i punti di riferimento della pittura del Beato Angelico?
2. Quali sono gli aspetti più innovativi della Pala di San Marco?
3. Quale grande ciclo affrescato esegue il Beato Angelico a Firenze?
4. Che differenza c'è tra gli affreschi del Beato Angelico a Firenze e quelli a Roma?
5. Qual è il ruolo della prospettiva nella pittura di Paolo Uccello?
6. Per quali aspetti Paolo Uccello resta legato alla tradizione tardogotica?
7. Quale importante ciclo a carattere profano esegue Andrea del Castagno?

Dossier Arte - volume 2
Dossier Arte - volume 2
Dal Quattrocento al Rococò