DOSSIER: La Battaglia di San Romano

   dossier l'opera 

Paolo Uccello

LA BATTAGLIA DI SAN ROMANO

  • 1438 ca.
  • tempera su tavola, lamine d'oro e d'argento, 182x323 cm
  • Firenze, Galleria degli Uffizi

    Una siepe di arbusti fioriti, trattati con grande attenzione al dettaglio naturalistico, divide la scena della battaglia dallo sfondo irreale, dove dei giovani, completamente ignari di quello che sta avvenendo in primo piano, si esercitano a cacciare con la balestra e con i giavellotti.                           

    Il tempo e il luogo

    Il dipinto di Paolo Uccello con II disarcionamento di Bernardino della Carda fa parte di un ciclo di tre grandi tavole raffiguranti le movimentate fasi della Battaglia di San Romano, avvenuta nel 1432 in Valdelsa, tra le opposte truppe dell’esercito fiorentino e di quello senese, alleato col duca di Milano e con l’imperatore. La vittoria fiorentina fu un avvenimento cruciale per la storia e la politica di entrambe le città rivali.
    Fino a poco tempo fa si credeva che questo ciclo dipinto da Paolo Uccello decorasse una stanza del palazzo fiorentino dei Medici, perché tutte e tre le tavole vi si trovavano nel 1492, anno della morte di Lorenzo il Magnifico. Adesso sappiamo invece che la serie era stata commissionata e pagata nel 1438 da Lionardo Bartolini Salimbeni, capofamiglia di un ricco casato che aveva partecipato alla campagna di Lucca e alla Battaglia di San Romano. I suoi due figli Damiano e Andrea trasferirono il ciclo nella villa di famiglia nei dintorni di Firenze, dove probabilmente lo vide Lorenzo il Magnifico, che nel 1484 insistette al punto da ottenere le tre tavole per esporle nel palazzo di famiglia.

    La descrizione e lo stile

    La tavola raffigura il condottiero senese Bernardino della Carda disarcionato dal suo cavallo: la scena della battaglia, con il punto di fuga focale sul cavallo bianco del comandante, occupa il primo piano. La gamba tesa di Bernardino, la lancia che lo colpisce e quella che sta trafiggendo un guerriero a terra, creano un’intelaiatura geometrica a forma di triangolo, che sembra cristallizzare e congelare la concitazione della scena, facendo scomparire ogni drammaticità e ogni violenza. Proprio questo contrasto tra movimento e immobilità, dato dal rapporto tra le figure e la maglia prospettica, è all’origine del fascino della tavola, che pare sospesa fuori dal tempo: le masse dei cavalli in movimento, con le zampe sollevate che sembrano non dover mai più toccare il suolo, sono ridotte a puri volumi geometrici, con colori irreali (rosa, bianco, azzurro) stesi in larghe zone piatte e giustapposti secondo precisi accordi cromatici. I cavalieri assomigliano più a manichini in corazza, completamente chiusi nelle loro armature, piuttosto che a veri uomini capaci di muoversi e agire: all’atmosfera rarefatta e fiabesca della scena contribuisce il fatto che di pochissimi di loro si vede il volto e sembrano muoversi come automi. Le armature dovevano essere in antico lustre e scintillanti perché ricoperte da una lamina d’argento di cui si conservano solo alcune tracce.
    Nel terreno, oltre alla griglia di lance, alle armi e agli scudi, si trovano anche dei cavalli abbattuti, scorciati in posizioni ardite: nonostante l’uso rigoroso della prospettiva e le ampie vedute paesaggistiche, la scena trasmette l’impressione di preziosità bidimensionale tipica degli arazzi, e il linguaggio di Paolo Uccello appare ancora largamente in debito con la cultura tardogotica.

       dossier i confronti 

    Il dipinto che si trova a Londra è quello in peggiori condizioni di conservazione e raffigura l'eroico condottiero Niccolò da Tolentino con un vistoso cappello e su un cavallo bianco, che sprona all'attacco le truppe fiorentine.




    La tavola oggi a Parigi rappresenta Michele Attendolo da Cotignola, che schieratosi con i fiorentini, aveva dato un apporto decisivo per le sorti della battaglia. Un unico fronte di cavalieri occupa la superficie pittorica, con una composizione molto complessa e un gioco di linee tra le lance issate per la battaglia, gli stendardi al vento e i corpi scalpitanti degli animali.

    Dossier Arte - volume 2
    Dossier Arte - volume 2
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