DOSSIER: La cantoria: due esempi fiorentini

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LA CANTORIA: DUE ESEMPI FIORENTINI

Le cantorie sono palchi sopraelevati che nelle chiese più importanti erano destinati a coristi e cantori. Le due cantorie della cattedrale fiorentina, in origine disposte in modo simmetrico sopra le porte della Sagrestia delle Messe e della Sagrestia dei Canonici, furono commissionate ai due massimi scultori del tempo, Luca della Robbia e il più anziano Donatello.
Il primo ebbe l’incarico nel 1431, il secondo nel 1433: entrambi terminarono i lavori nel 1438. Il confronto fra le due opere nel corso dei secoli è rimasto immutato poiché, anche quando furono spostate nel 1899 nel Museo dell’Opera del Duomo dove ancora si trovano, vennero ricollocate di nuovo una di fronte all’altra a continuare un dialogo nato molti secoli prima.

La cantoria di Luca della Robbia

Nella sua cantoria Luca della Robbia esprime in scultura un pacato accento devozionale, arricchito però da un forte richiamo ai sarcofagi antichi, che poteva aver studiato a Roma verso il 1420. L’opera mostra dieci grandi riquadri, sei sulle pareti esterne della cassa e quattro negli spazi intermedi delle cinque mensole di sostegno. Nelle fasce sotto il parapetto, alla base e sotto le mensole, sono scritti i versi in latino del Salmo 150, di cui i bassorilievi offrono puntuale illustrazione: «Lodate Dio [...] al suono della tromba, con arpe e cetre, con tamburi e danze, con liuti e flauti, con cembali sonori, con cembali squillanti». Nelle formelle il recupero formale dalla scultura classica raggiunge uno dei vertici assoluti del Rinascimento, anche per la raffinatezza tecnica e la rifinitura del marmo.

La cantoria di Donatello

Donatello affronta lo stesso identico tema di Luca della Robbia, ma la realizzazione non potrebbe essere più diversa. La serena ma rigorosa partizione degli spazi progettata dal più giovane artista lascia il posto a un’ininterrotta e frenetica danza di putti, davanti alla quale stanno, sul fronte, cinque coppie di agili colonnette, impreziosite da tessere a mosaico, di ispirazione paleocristiana, alle quali corrispondono, nella parte inferiore, le cinque mensole di sostegno. Queste ultime appaiono vibranti di luce per la decorazione a motivi vegetali che le riveste su fondi policromi: il rapporto con l’Antico sembra più evidente nelle parti decorative che non nel fregio principale movimentato e anticlassico, secondo una sperimentazione che caratterizza la produzione matura di Donatello.

Dossier Arte - volume 2
Dossier Arte - volume 2
Dal Quattrocento al Rococò