Luca della Robbia

   1.  IL QUATTROCENTO >> Il primo Rinascimento

Luca della Robbia

Luca della Robbia (Firenze 1400 ca.-1482), stimato già ai suoi tempi come uno dei grandi innovatori dell’arte fiorentina al pari di Brunelleschi, Masaccio, Ghiberti e Donatello, era nato in una famiglia di mercanti di lana. Il suo cognome deriva forse da una pianta selvatica, la robbia (rubia tinctorum), da cui si ricavava il color cremisi. Nel 1432, anno in cui riceve un importante incarico per il Duomo fiorentino, Luca risulta iscritto all’Arte dei Maestri di Pietra e di Legname, della quale facevano parte gli scultori.

L'inventore della terracotta invetriata

Il contemporaneo Antonio Manetti, e un secolo dopo Vasari, autore di un’imponente serie di biografie di artisti fondamentale per conoscere le vite e le opere degli artefici del Rinascimento, affermano che non solo fu maestro nell’arte di scolpire marmo, bronzo e terracotta, ma che fu lui ad aver scoperto una tecnica di smaltatura applicabile con successo alla scultura, chiamata, per i suoi peculiari effetti di brillantezza e resistenza, invetriatura. La nuova tecnica consisteva nel modellare l’argilla umida, plasmandola con le mani, oppure utilizzando degli stampi, nel caso di creazioni in serie. Una volta asciutta, l’argilla era cotta in forno; dopo il raffreddamento poteva essere dipinta con smalto al piombo e altri ossidi colorati, prima di essere rimessa in forno. Nel caso di sculture o pale d’altare monumentali, si procedeva preparando vari pezzi, che poi andavano cotti e invetriati separatamente per essere infine assemblati.
Secondo Vasari questa tecnica nasceva per scopi pratici e per conservare meglio le opere in terracotta, ma oggi si ritiene che le motivazioni fossero soprattutto estetiche: la terracotta invetriata permetteva di ottenere un maggior cromatismo delle superfici. La prima opera documentata eseguita secondo questo procedimento è un tabernacolo del 1441 per la chiesa fiorentina di Sant’ Egidio, ora nella Chiesa di Santa Maria a Peretola (53). Fondamentali furono, subito dopo, le decorazioni per la Cappella Pazzi in Santa Croce (► p. 19), per la quale Luca realizza, fra il 1442 e il 1445, la decorazione del soffitto (54) e i tondi con gli evangelisti.
Il timbro sereno delle composizioni di Luca e soprattutto il recupero di forme e immagini della classicità antica, unito a un accento cristiano che traspare dalla sua folta produzione, ne fecero un importante divulgatore quasi "popolare" delle formule rinascimentali. I suoi continuatori imporranno l’impiego della terracotta invetriata su vasta scala, nella decorazione dei palazzi signorili fino alle pievi e agli oratori del territorio. Dopo la morte di Luca proseguiranno l’avviata bottega familiare i nipoti e i pronipoti.

Dossier Arte - volume 2
Dossier Arte - volume 2
Dal Quattrocento al Rococò