FOCUS: Canaletto e la camera ottica
FOCUS
CANALETTO E LA CAMERA OTTICA
Il funzionamento della camera ottica
Non è il primo né il solo a usare la camera: anche Crespi, a Bologna, se ne avvale. In Canaletto, tuttavia, l'impiego del dispositivo è particolarmente esteso. Non è difficile comprendere utilità e funzionamento della camera ottica: precorritrice della macchina fotografica, è una sorta di scatola dotata di specchi in grado di proiettare sul foglio di carta da disegno la sezione di paesaggio che si intende raffigurare. L'artista è sempre in grado di verificare il proprio disegno sull'immagine riflessa della scena osservata. Diviene più facile costruire un rigoroso impianto prospettico o restituire in dettaglio edifici anche molto complessi, decorati e ricchi di aperture. Esistono due tipi di camere ottiche. Il primo, più perfezionato ma ingombrante e difficile a usarsi, è comparabile a un armadio o a una cabina in cui il vedutista entra e si siede, immerso nell'oscurità. Uno specchio regolabile è posto alla sommità dell'armadio-cabina e proietta l'immagine esterna tramite un obiettivo. L'artista non ha quindi che da "ricalcare". L'armadio-cabina è trasportabile a mezzo di stanghe: per muoverlo sono necessari due portatori. Un secondo tipo di camera ottica è più piccolo e facilmente trasportabile: non manca tuttavia di precisione. La veduta, riflessa da uno specchio inclinato di 45 gradi, è proiettata capovolta non sul foglio ma su un vetro. Il vedutista sovrappone un foglio al vetro e si copre la testa con un panno nero: vede l'immagine affiorare in trasparenza attraverso il foglio.Un passo dell'erudito Francesco Algarotti (1712-1764) chiarisce come la visione nitida e progressiva
procurata dalla camera ottica rapisca gli occhi e si riveli magica. «La mia immagine riesce di una
chiarezza e di una forza da non dirsi. Niente vi ha di più dilettevole a vedere e che possa essere
di più utilità...».
Dossier Arte - volume 2
Dal Quattrocento al Rococò