Fontana dei Fiumi
Come si è visto, il successore di Urbano VIII, Innocenzo X, è inizialmente ostile a Bernini: a guidarlo non è solo un’animosità personale verso il protetto della famiglia rivale, ma anche la grave crisi economica che il papa si trova ad affrontare. Nonostante ciò, e malgrado la sua predilezione personale per il rivale Borromini, il papa, colpito dalla bellezza del progetto, decide di impiegare Bernini per la realizzazione della Fontana dei Fiumi
(50-51-52) in piazza Navona, eseguita tra il 1648 e il 1651.
Il vasto complesso in travertino, e non in bronzo, come sembra fosse nelle intenzioni iniziali dell’artista e come si deduce dal modello preparatorio, sorge al centro della piazza. La fontana è composta da una grande vasca ellittica alla base, su cui si innalza un gruppo marmoreo che sorregge un obelisco egizio, imitazione di epoca romana, rinvenuto nel 1647 nel circo di Massenzio sulla via Appia e immediatamente destinato al progetto. La sistemazione dell’obelisco sul gruppo scultoreo costituisce un’innovazione tecnica: si staglia infatti non su un gruppo centrale compatto, ma su una struttura cava, appoggiandosi solo con gli spigoli della base, in una sorta di paradosso statico tipicamente barocco. Le gigantesche statue in marmo bianco rappresentano le allegorie dei quattro principali fiumi della Terra, uno per ciascuno dei continenti allora conosciuti, il Rio della Plata per le Americhe (52), il Nilo per l’Africa (51), il Gange per l’India e il Danubio per l’Europa; furono da Bernini soltanto disegnate e poi realizzate da altri artisti. Le figure seguono iconografie classiche, ravvivate però da gesti esuberanti e pieni di vita . Intorno alle quattro personificazioni dei fiumi sono raffigurati diversi animali, disseminati attorno a tutta la fontana e in stretta relazione, insieme alle piante, con le figure fluviali: hanno la funzione di movimentare l'insieme, offrendo sempre inedite prospettive, e di assolvere a funzioni tecniche e strutturali, nascondendo i condotti dell'acqua. L'effetto finale, tipico del Barocco, è la meraviglia: piante e animali sembrano permeati da un moto perpetuo, sferzati da un vento invisibile che scuote le palme o agita la criniera dei cavalli e il profondo illusionismo dell'insieme doveva essere rafforzato dai tocchi di vernice dorata con cui Bernini completò il complesso scenografico. Tra le numerose statue, elemento centrale e di valore pari alle sculture è l'acqua, che conferisce un effetto di movimento perché non zampilla da un unico punto, ma sgorga tra le rocce e si riversa di continuo nella grande vasca di base. Un effetto spettacolare che doveva simboleggiare il ruolo trionfante della Chiesa nei diversi continenti.
Il vasto complesso in travertino, e non in bronzo, come sembra fosse nelle intenzioni iniziali dell’artista e come si deduce dal modello preparatorio, sorge al centro della piazza. La fontana è composta da una grande vasca ellittica alla base, su cui si innalza un gruppo marmoreo che sorregge un obelisco egizio, imitazione di epoca romana, rinvenuto nel 1647 nel circo di Massenzio sulla via Appia e immediatamente destinato al progetto. La sistemazione dell’obelisco sul gruppo scultoreo costituisce un’innovazione tecnica: si staglia infatti non su un gruppo centrale compatto, ma su una struttura cava, appoggiandosi solo con gli spigoli della base, in una sorta di paradosso statico tipicamente barocco. Le gigantesche statue in marmo bianco rappresentano le allegorie dei quattro principali fiumi della Terra, uno per ciascuno dei continenti allora conosciuti, il Rio della Plata per le Americhe (52), il Nilo per l’Africa (51), il Gange per l’India e il Danubio per l’Europa; furono da Bernini soltanto disegnate e poi realizzate da altri artisti. Le figure seguono iconografie classiche, ravvivate però da gesti esuberanti e pieni di vita . Intorno alle quattro personificazioni dei fiumi sono raffigurati diversi animali, disseminati attorno a tutta la fontana e in stretta relazione, insieme alle piante, con le figure fluviali: hanno la funzione di movimentare l'insieme, offrendo sempre inedite prospettive, e di assolvere a funzioni tecniche e strutturali, nascondendo i condotti dell'acqua. L'effetto finale, tipico del Barocco, è la meraviglia: piante e animali sembrano permeati da un moto perpetuo, sferzati da un vento invisibile che scuote le palme o agita la criniera dei cavalli e il profondo illusionismo dell'insieme doveva essere rafforzato dai tocchi di vernice dorata con cui Bernini completò il complesso scenografico. Tra le numerose statue, elemento centrale e di valore pari alle sculture è l'acqua, che conferisce un effetto di movimento perché non zampilla da un unico punto, ma sgorga tra le rocce e si riversa di continuo nella grande vasca di base. Un effetto spettacolare che doveva simboleggiare il ruolo trionfante della Chiesa nei diversi continenti.