Porta nord
Nel 1403, a seguito della vittoria del concorso, Ghiberti e la sua bottega iniziano i lavori per la porta settentrionale del Battistero, conclusa solo nel 1424 (17).
La porta, in due battenti, consiste di ventotto formelle narrative a rilievo, in bronzo, raffiguranti scene del Nuovo Testamento. Venti storie sono dedicate alla Vita e Passione di Cristo, mentre otto, situate in basso, rappresentano i quattro evangelisti e i quattro dottori della Chiesa. Tra le formelle corre un elegante motivo di foglie intervallato, agli angoli, da teste barbute di profeti.
L’adesione al modello concepito da Andrea Pisano per la prima porta circa un secolo prima è molto evidente, soprattutto per la decisione, probabilmente imposta dai committenti dell’Arte di Calimala, di replicare la struttura a formelle polilobate e mistilinee, ma il linguaggio è aggiornato sulle tendenze del Gotico internazionale e soprattutto arricchito dall’ispirazione classica. La predilezione sostanziale di Ghiberti per il gusto tardogotico è evidente soprattutto nella cura dei particolari e dei dettagli, nonché nell’andamento ritmico-compositivo dei raffinatissimi intrecci di motivi lineari sinuosi; tuttavia la lunga elaborazione della porta mostra che con il passare degli anni l’artista si andò aggiornando sulle novità rinascimentali. Il mutamento è evidente nella formella con la Flagellazione (18), dove un loggiato classico fa da sfondo al dramma sacro perfettamente composto e simmetrico, il cui baricentro è il bellissimo corpo seminudo di Cristo, che maschera e raddoppia la colonna retrostante.
La porta, in due battenti, consiste di ventotto formelle narrative a rilievo, in bronzo, raffiguranti scene del Nuovo Testamento. Venti storie sono dedicate alla Vita e Passione di Cristo, mentre otto, situate in basso, rappresentano i quattro evangelisti e i quattro dottori della Chiesa. Tra le formelle corre un elegante motivo di foglie intervallato, agli angoli, da teste barbute di profeti.
L’adesione al modello concepito da Andrea Pisano per la prima porta circa un secolo prima è molto evidente, soprattutto per la decisione, probabilmente imposta dai committenti dell’Arte di Calimala, di replicare la struttura a formelle polilobate e mistilinee, ma il linguaggio è aggiornato sulle tendenze del Gotico internazionale e soprattutto arricchito dall’ispirazione classica. La predilezione sostanziale di Ghiberti per il gusto tardogotico è evidente soprattutto nella cura dei particolari e dei dettagli, nonché nell’andamento ritmico-compositivo dei raffinatissimi intrecci di motivi lineari sinuosi; tuttavia la lunga elaborazione della porta mostra che con il passare degli anni l’artista si andò aggiornando sulle novità rinascimentali. Il mutamento è evidente nella formella con la Flagellazione (18), dove un loggiato classico fa da sfondo al dramma sacro perfettamente composto e simmetrico, il cui baricentro è il bellissimo corpo seminudo di Cristo, che maschera e raddoppia la colonna retrostante.