Per l’eccezionale valore che fin da subito fu riconosciuto alle composizioni dei due finalisti, le due formelle di Ghiberti e Brunelleschi sono state conservate e sono giunte fino a noi.
Secondo Antonio Manetti, biografo di Brunelleschi, la commissione giudicatrice assegnò l’incarico a entrambi gli artisti, ma il rifiuto di Brunelleschi di collaborare con il collega determinò la sua esclusione dal progetto. In realtà la formella di Ghiberti dovette essere giudicata la migliore e fu lui a ottenere la commissione per la realizzazione della porta. La vittoria fu probabilmente assegnata non solo perché l’eleganza di Ghiberti rispondeva meglio al gusto dei giudici, ma anche per ragioni tecniche: la formella di Brunelleschi era composta in pezzi separati e poi assemblati, quella di Ghiberti è fusa in un solo pezzo (tranne il corpo di Isacco): realizzare una porta a due battenti con questa tecnica avrebbe comportato un minore consumo di materiale e quindi una spesa minore.
Secondo Antonio Manetti, biografo di Brunelleschi, la commissione giudicatrice assegnò l’incarico a entrambi gli artisti, ma il rifiuto di Brunelleschi di collaborare con il collega determinò la sua esclusione dal progetto. In realtà la formella di Ghiberti dovette essere giudicata la migliore e fu lui a ottenere la commissione per la realizzazione della porta. La vittoria fu probabilmente assegnata non solo perché l’eleganza di Ghiberti rispondeva meglio al gusto dei giudici, ma anche per ragioni tecniche: la formella di Brunelleschi era composta in pezzi separati e poi assemblati, quella di Ghiberti è fusa in un solo pezzo (tranne il corpo di Isacco): realizzare una porta a due battenti con questa tecnica avrebbe comportato un minore consumo di materiale e quindi una spesa minore.