il Punto su... Filippo Brunelleschi e la nascita del Rinascimento

   1.  IL QUATTROCENTO >> Il primo Rinascimento

Un progetto temerario: la cupola del Duomo

L’impresa che ha reso Brunelleschi universalmente noto è la cupola della Cattedrale di Santa Maria del Fiore (9), per la cui realizzazione era stato bandito un concorso nel 1418 al quale parteciparono diversi ingegneri e architetti.
Ghiberti (13 78 ca.-1455) e Brunelleschi avevano già partecipato, come rivali, al concorso del 1401 per realizzare la nuova porta in bronzo del battistero (► pp. 26-27); nel 1420 sono nominati entrambi provveditori alla costruzione, ma dopo innumerevoli discussioni e veri e propri scontri, nel 1426 Ghiberti è estromesso dal progetto e Brunelleschi resta il solo responsabile della direzione dei lavori di un cantiere temerario, che non trovava confronti dall’epoca antica e che rivaleggiava solo con la copertura del Pantheon a Roma (118-128 d.C.), monumento dotato della più grande cupola mai realizzata fino ad allora in Occidente. La lanterna che corona la cupola, e ne costituisce la chiave di volta, iniziata nel 1446 sempre da Brunelleschi, fu terminata solo nel 1468, dopo la morte dell'artista.

Cupola di Santa Maria del Fiore 

Per realizzare una cupola così grande, che doveva innestarsi su un tamburo ottagonale già costruito a partire dal 1413, alto 13 metri e largo oltre 45, Ghiberti e altri partecipanti al concorso avevano proposto un metodo costruttivo tradizionale, che prevedeva la preparazione di un'armatura lignea che guidasse il procedere dei lavori e che necessariamente doveva essere di grandi dimensioni. Ma i problemi pratici e i costi di una tale struttura dovettero risultare pressoché insormontabili. Fu a questo punto che Brunelleschi seppe fornire una risposta geniale di natura tecnicopratica che gli consentì di portare a termine il progetto. Messa da parte la realizzazione di centine (sostegni provvisori in legno), l’architetto stabilì e immaginò invece la costruzione di una doppia calotta. Senza armatura lignea, come per secoli si era fatto, la cupola sarebbe cresciuta su se stessa come una struttura autoportante, grazie a una muratura che procedeva per anelli concentrici. Si tratta del cosiddetto sistema a spina di pesce, con spirali di mattoni disposti in obliquo, per assicurare una tenuta ideale. Anche la scelta del materiale, il mattone leggero, intervallato da otto grandi costoloni di marmo bianco, serviva ad alleggerire e a rendere più stabile la struttura. I costoloni, visibili all’esterno, sono presenti anche nella calotta interna, dove vanno a formare, insieme alle nervature minori, una sorta di armatura che contiene le spinte verso il basso e verso l’esterno di tutta la cupola (8).
Non è tanto dunque la forma della cupola - concepita come sviluppo di un arco a sesto acuto - a essere nuova, quanto il coerente piano di lavoro e di organizzazione del cantiere ideato dall'artista.
Grazie allo studio dei monumenti romani, Brunelleschi conosceva perfettamente i metodi usati dagli antichi per costruire le murature, ma a Firenze creò una struttura di assoluta novità, che non aveva precedenti né nel mondo classico, né in quello medievale. Allo stesso tempo, riuscì nell'intento di concepire una cupola che dialogasse con il Trecento, innestandosi in maniera armonica sul tronco della cattedrale realizzata in epoca gotica da Arnolfo di Cambio e Francesco Talenti, ma anche con gli altri edifici che compongono la piazza del Duomo, il Campanile di Giotto, sempre trecentesco, e il Battistero, l'edificio più antico e insieme più "classico" della città.
Dal punto di vista tecnico, Brunelleschi si dimostra perfettamente in grado di gestire il cantiere: organizza infatti otto squadre di muratori, in modo che in contemporanea si lavori a tutte e otto le vele (cioè i lati, o spicchi della cupola). Inoltre progetta lui stesso, aiutato dall'artista-ingegnere Mariano di Jacopo, detto il Taccola (Siena 1382-1453 ca.), complessi congegni per muovere il materiale costruttivo, giunto in città grazie al trasporto sul fiume Arno, e soprattutto per portare sulla cupola i materiali pesanti. Sfruttando lo stesso principio inventato per la fabbricazione degli orologi, costruì macchine il cui motore era formato da una coppia di cavalli, che, procedendo in circolo, imprimevano un movimento rotatorio a una coppia di alberi - verticali e orizzontali - che a loro volta facevano arrotolare e srotolare le funi delle carrucole (10)
Sebbene rappresenti il coronamento finale di una magnifica impresa architettonica e civile avviata sul finire del XIII secolo, la cupola non esprime più la partecipazione popolare di un comune medievale, ma vuole essere il simbolo della forza economica di una città-stato in continua ascesa: un simbolo di forza e di bellezza alto più di cento metri da terra che sembra «choprire chon la sua ombra tutti i popoli toscani» e che si poteva avvistare a molti chilometri di distanza prima di giungere in città, essenziale nelle sue forme e nel contrasto di materiali e colori.  

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Le basiliche

Accanto al lungo cantiere della cupola, nei primi anni Venti del Quattrocento Brunelleschi lavora alla progettazione di due delle principali chiese fiorentine, continuando a sviluppare il suo linguaggio architettonico, caratterizzato da sobrietà e razionalità e dal recupero dell’alfabeto classico.

Basilica di San Lorenzo

Il progetto di ampliamento della Basilica di San Lorenzo risale al 1418 circa, anche se l’intervento di Brunelleschi è probabilmente del 1421: non si tratta, come poi per Santo Spirito, di una progettazione ex novo, ma di una complessa ristrutturazione di un edificio già esistente, una delle chiese più antiche della città, fondata, secondo la tradizione, nel corso del IV secolo e consacrata come cattedrale cittadina nel 393, prima della costruzione di un nuovo duomo dedicato a santa Reparata (solo nel Trecento, infatti, verrà iniziata la costruzione dell’attuale Cattedrale di Santa Maria del Fiore). Quasi nulla rimane delle strutture paleocristiane della basilica originaria di San Lorenzo, completamente ricostruita dai canonici grazie a un generoso finanziamento di Giovanni di Bicci de’ Medici. Si deve probabilmente a lui l’invito rivolto a Filippo Brunelleschi a dirigere i lavori: l’architetto aveva infatti già lavorato per la famiglia nello stesso complesso, per la costruzione della Sagrestia Vecchia.
Brunelleschi progetta un edificio a tre navate con cappelle laterali, ma nel corso della prima campagna di lavori, forse per motivi economici, deve rinunciare a edificare le cappelle che saranno aggiunte solo successivamente. Questa, come altre irregolarità nella pianta, si spiegano con un lento avanzare dei lavori, terminati nel 1470 da Antonio Manetti (Firenze 1423-1497), allievo del maestro.
La chiesa è a croce latina (12) e Brunelleschi, pur operando su un impianto preesistente, progetta un edificio monumentale, a partire da un modulo predefinito e regolare, riconoscibile nella campata quadrata della navata laterale, ripetuto in successione per tutto lo sviluppo della chiesa. Ogni singolo modulo è organizzato su colonne con pulvino  e arcate.

Basilica di Santo Spirito 

Anche nella Basilica di Santo Spirito, disegnata dal 1428 e realizzata tra il 1444 e il 1465, Brunelleschi si trova a intervenire su un edificio preesistente. Sceglie ancora una volta la pianta a croce latina (14), ma le navate laterali, invece di concludersi in corrispondenza del transetto, proseguono tutto intorno al perimetro della chiesa, come a formare un deambulatorio continuo, il cui perimetro è mosso da quaranta cappelle, larghe come le campate della navata. L’uso, ripetuto, di un costante modulo metrico, stabilisce l’ampiezza della navata maggiore e delle navate laterali; il fulcro di tutta la struttura è la cupola centrale, all’incrocio dei bracci del transetto.
Gli interni (11-13) di entrambe le basiliche sono uno dei più chiari esempi di recupero del lessico della classicità da parte di Brunelleschi, con le colonne e le lesene scanalate (semipilastri addossati alla parete con funzione decorativa), i capitelli ionici e corinzi, le ampie e maestose trabeazioni, l’impiego prevalente della pietra serena  unita all’intonaco bianco e soprattutto la solenne scansione degli spazi.

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FILIPPO BRUNELLESCHI E LA NASCITA DEL RINASCIMENTO

    Nel XV secolo l'Italia conosce un periodo di crisi politica al quale corrisponde una straordinaria fioritura artistica: il  Rinascimento
  • Il Rinascimento è caratterizzato dal recupero della cultura del mondo classico, dalla riscoperta del naturalismo e dalla collocazione dell'uomo al centro dell'universo. 
  • Le prime manifestazioni del Rinascimento si collocano a Firenze, che assume un ruolo egemonico nel panorama artistico del Quattrocento. 
  • Nella prima metà del secolo gli aspetti più innovativi coesistono con il cosiddetto "Pseudo-Rinascimento", erede della tradizione gotica. 
  • La prospettiva centrale (rappresentazione di oggetti tridimensionali sul piano mediante regole matematiche) è il metodo fondamentale della conoscenza della realtà da parte degli artisti rinascimentali. 
  • Filippo Brunelleschi (1377-1446) introduce la prospettiva centrale e rinnova l'architettura ispirandosi agli edifici dell'antica Roma (studiati in un viaggio nel 1402) e alla tradizione romanica fiorentina. 
  • È tipico dell'architettura brunelleschiana l'uso della pietra serena abbinata all'intonaco bianco.
  • Nel loggiato dello Spedale degli Innocenti (iniziato nel 1419) gli elementi architettonici classici sono combinati secondo rapporti geometrici in una struttura modulare.
  • La Sagrestia Vecchia (1421 ca.) e la Cappella Pazzi (iniziata nel 1429) sviluppano il tema della pianta basata su un modulo quadrato.
  • La cupola del duomo, costruita senza armatura lignea, è una grandiosa realizzazione tecnica che si innesta armoniosamente sulla cattedrale gotica.
  • Nei progetti per le basiliche a croce latina di San Lorenzo e di Santo Spirito, completate dopo la sua morte, Brunelleschi sviluppa la propria ricerca sul modulo e sugli elementi architettonici classici. 

  DOMANDE GUIDA
1. Che cos'è la prospettiva centrale e chi la mette a punto?
2. In che cosa consiste la modularità dello Spedale degli Innocenti?
3. In quali architetture Brunelleschi affronta il tema della pianta quadrata e con quali risultati?
4. Qual è il maggior vantaggio tecnico raggiunto da Brunelleschi nella costruzione della cupola del Duomo di Firenze?
5. Quali edifici a pianta longitudinale costruì Brunelleschi e quali sono le loro caratteristiche fondamentali?
6. Quali sono i principali elementi architettonici di origine classica utilizzati nell'architettura di Brunelleschi?                

Dossier Arte - volume 2
Dossier Arte - volume 2
Dal Quattrocento al Rococò