Gli artisti trattati nelle pagine che seguono incarnano questi concetti: Bramante, dopo un esordio come pittore, si avvicina all'architettura con una particolare sensibilità per i valori spaziali della struttura e per le relazioni fra luce e volumi. Giunto a Roma, il contatto diretto con i resti della Roma antica ha un effetto dirompente nella definizione del suo profilo di architetto. Nel vastissimo palinsesto dell'architettura della Roma imperiale, Bramante scopre non solo la sapienza costruttiva dei Romani ma un repertorio inesauribile di tipologie planimetriche e soluzioni compositive che permettono di dare corpo ai concetti di magnificenza e monumentalità ricercati da committenti come Giulio II della Rovere: il papa è così ambizioso da distruggere l'antica Basilica di San Pietro fondata da Costantino per sostituirla con una straordinaria chiesa che ricordi per sempre ai posteri il suo nome, accogliendo anche la sua tomba. Il progetto di Bramante per il nuovo San Pietro si realizza solo in parte, ma è con lui che si pongono le basi per il più importante cantiere architettonico della Cristianità.
Leonardo è prima di tutto pittore, ma è anche raffinato indagatore della
natura e delle sue leggi; si distingue inoltre come grande ingegnere che si applica con continuità al miglioramento della tecnologia del suo tempo, secondo la precipua attitudine a innovare profondamente una consolidata tradizione. La consapevolezza delle proprie capacità è molto forte e l'ultima parte della sua vita è segnata dalla ricerca di committenti che sappiano apprezzare le sue qualità e di commissioni che possano adeguatamente esaltare l'immagine del suo genio.
Raffaello, formatosi nel raffinato microcosmo urbinate, amplia il proprio orizzonte grazie ai soggiorni fiorentini e romani. Nella Roma di Giulio II e Leone X acquisisce un profilo più sfaccettato: accetta e vince la sfida di incarichi complessi - sia in pittura sia in architettura - mettendo a punto nuovi metodi di organizzazione del lavoro che faranno scuola nei decenni successivi. L'artista, a contatto con Bramante, sviluppa una precipua predisposizione per l'Antico, da indagare, conoscere approfonditamente attraverso il disegno, ma anche da conservare in una prospettiva che anticipa i più moderni indirizzi della tutela dei monumenti.
La sorte riserva a Michelangelo una lunghissima vita, che lo porta a conoscere cambiamenti epocali e senza precedenti: la scoperta del Nuovo Mondo (con la dilatazione dello spazio in termini concettuali, legati ai nuovi orizzonti geografici), la Riforma luterana e la reazione della Chiesa cattolica, insieme agli sconvolgimenti drammatici portati dalle guerre d'Italia di Carlo V e Francesco I - con il corollario del terribile Sacco di Roma - sono eventi di una portata storica straordinaria, che lasciano inevitabilmente tracce anche nella complessa sensibilità dell'artista. In un lungo percorso, spesso tortuoso e frammentario - e dunque difficilmente circoscrivibile in una formula -, Michelangelo con coerenza e rigore esplora l'espressività del corpo umano in scultura
e in pittura, superando la semplice imitazione del dato naturale. La perfezione che caratterizza
la figura umana diviene anche elemento fondativo del suo approccio all'architettura: l'armonia e
la bellezza dell'edificio non si ottengono attraverso formule matematiche astratte ma riportando
l'edificio a un dialogo stretto con "le membra" dell'uomo. Se questo dunque è il principio che guida
la sua architettura, si comprende la libertà con cui si avvicina all'Antico che si offre all'artista
come un meraviglioso vocabolario a cui attingere, scegliendo quegli elementi che possono rafforzare
i valori scultorei delle sue originalissime composizioni.