il Punto su... Andrea Mantegna e Giovanni Bellini

   1.  IL QUATTROCENTO >> La diffusione del linguaggio rinascimentale

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ANDREA MANTEGNA E GIOVANNI BELLINI

  • Andrea Mantegna (1430 ca.-1506) ha il merito di aver diffuso il linguaggio artistico rinascimentale nell'Italia settentrionale.
  • Mantegna si forma a Padova nella bottega di Francesco Squarcione; ma, mentre il maestro si ispirava all'antichità senza inventiva, Mantegna fonda il rapporto con l'antichità su una conoscenza culturale più ampia e gli sono note le opere degli artisti a lui contemporanei.
  • Giovanissimo, partecipa alla decorazione della Cappella Ovetari nella Chiesa degli Eremitani a Padova (1448-1450); nei suoi affreschi sono già evidenti l'amore per la classicità, la  capacità prospettica e la  resa plastica delle figure, fondata sull'esempio di Donatello. 
  • Gli affreschi della Cappella Ovetari (a parte due scene staccate in precedenza) furono distrutti da una bomba durante la Seconda guerra mondiale; i pochi frammenti sono stati ricollocati sopra una base fotografica. 
  • Risalgono al periodo padovano anche il Polittico di San Luca e la  Pala di San Zeno a Verona. 
  • Nel 1459 Mantegna si trasferisce a Mantova, dove resta fino alla morte come pittore di corte dei Gonzaga; risale a questa fase il celebre Cristo morto arditamente scorciato. 
  • Mantegna celebra la famiglia Gonzaga nella Camera degli Sposi (1465-1474), completamente affrescata con grandi effetti illusionistici
  • Giovanni Bellini (1431/1436 ca.-1516) si forma nella bottega del padre Jacopo insieme con il fratello Gentile; nel corso della sua lunga vita elabora influenze sempre nuove e diviene un modello per tutta la pittura veneziana. 
  • Nelle prime opere (Trasfigurazione, Pietà) Giovanni assimila e rielabora l'influsso di Mantegna e della pittura fiamminga. 
  • A partire dalla metà degli anni Settanta, anche grazie alla conoscenza delle opere di Piero della Francesca e all'incontro con Antonello da Messina, inizia una fase di "classicismo belliniano" privo di citazioni archeologiche e con una prospettiva fondata soprattutto sugli effetti atmosferici. 
  • Nella Pala di Pesaro (1475 ca.), nel Trittico dei Frari (1488) e nella Pala di San Zaccaria (1506) Giovanni Bellini afferma un nuovo modello di pala d'altare. 
  • Il confronto tra le due versioni dell'Orazione nell'orto realizzate da Andrea Mantegna e da Giovanni Bellini mette in evidenza il rapporto tra i due (che erano anche cognati), ma pure le differenze di temperamento: più plastico il primo e più pittorico il secondo. 
  • Nella seconda metà del Quattrocento si diffonde la tecnica dell'incisione: Mantegna è uno dei primi a intuirne le potenzialità artistiche. 

Che cos'è

  • studiolo: ambiente privato di un palazzo rinascimentale, decorato con dipinti o tarsie lignee i cui soggetti affrontano temi culturali o moraleggianti. Lo Studiolo di Federico da Montefeltro a Urbino è conservato quasi integralmente, mentre i dipinti di quello di Isabella d'Este a Mantova (tra cui alcune tavole di Andrea Mantegna) sono dispersi in vari musei. 

A confronto


                                                               

Struttura originaria dell’Altare del Santo di Donatello

Andrea Mantegna, Pala di San Zeno

  DOMANDE GUIDA
1. Qual è la differenza nel rapporto con l'antichità tra Andrea Mantegna e il suo maestro Francesco Squarcione?
2. Quali sono le differenze di struttura tra il Polittico di San Luca e la Pala di San Zeno?
3. Qual è la caratteristica più rilevante del Cristo morto di Mantegna?
4. Quali soggetti sono dipinti sulle pareti della Camera degli Sposi?
5. Quali altri artisti appartengono alla famiglia di Giovanni Bellini?
6. In quale opera di Giovanni Bellini si nota un deciso influsso fiammingo?
7. In che cosa consiste il "classicismo belliniano"?
8. Quali sono le differenze più evidenti tra Giovanni Bellini e Andrea Mantegna?
9. Quale nuova tecnica artistica è applicata e valorizzata da Mantegna?

Dossier Arte - volume 2
Dossier Arte - volume 2
Dal Quattrocento al Rococò